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CITOPATIE MITOCONDRIALI

   Le informazioni sulle malattie mitocondriali a portata di tutti. 

     La mia intenzione: Promuovere la conoscenza più ampia possibile dei complessi aspetti di una famiglia di malattie apparentemente molto diverse e del loro rapporto con una società ed una medicina che le ignorano e di conseguenza respingono le richieste dettate da necessità insormontabili a livello individuale.  Natale Marzari

Dopo 41 anni e 5 mesi, nel maggio 2006 la magistratura di Trento ha riconosciuto l'esistenza e la gravità di quella malattia che nessuna altra istituzione o persona singola della provincia di Trento ancora mi riconosce, e per negare la quale mi perseguita. Natale Marzari

  Naturale è la malattia che colpisce senza bisogno di aiuto, la cura è artificiale ed abbisogna di tutto l'aiuto di tutti.
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MIOPATIA METABOLIcA
chi è costei?
Dolorosa, limitante,emarginante, angosciosa, difficile, incomprensibile, camaleontica, marchiante,
imperiosamente formativa,
stimolatrice di sadismi, di punizioni educative, di sordità, di cecità, di dignitosa astensione,
negatrice di bisogni, di dignità, di amicizia, di affetto, di umanità, di solidarietà, di accettazione, di strumenti per vivere, per muoversi, per farsi capire, .......per essere!


La trasmissione del prodotto dell'intelligenza segue le leggi dell'ereditarietà, è un errore che avviene per caso. Natale Marzari

"Stalag Pioppeto 

La storia che sto per raccontare si svolge in una ricca Provincia, anche se ancora per poco, che si chiama “Trentino”.

            Dovete sapere che in questo paese i suoi abitanti si dichiarano osservanti religiosi, ed infatti sono molto presi dall’osservare che gli altri professino i dettati del credo in cui tutti dicono di credere.

            Qualche volta avviene che questi dettati vengano presi fin troppo alla lettera, ad esempio l’indicazione “ama il prossimo come te stesso” diventa difficile da applicare con la persona che attualmente ti sta davanti, visto che devi amare la prossima, che cesserà di essere la prossima non appena ti si parerà davanti.

            Qualche concetto è però più facile da comprendere e da applicare, come quello di comportarsi come dice il nome del credo in cui tutti dicono di credere, da christos, “Maestri”: infatti è lecito e persino doveroso per chiunque richiamare chiunque egli creda debba essere richiamato, guadagnandone personalmente nella considerazione propria ed altrui ed accumulando punti per la vita futura.

            Non crediate che questo comporti grandi vociami o imperiosi rimbrotti, no no, nessuna cacofonia disturba le vie e le case di questo paese, i richiami avvengono effettivamente ed anche molto frequentemente, ma discretamente, sussurrandoli nell’orecchio del vicino, e nessuno ha mai la cattiva abitudine di riportarli alla persona verso la quale si riferiscono.

            Nel paese del Trentino si adora un solo D’io con però molti aiutanti che si chiamano “Santi”, D’io non fa mai errori per definizione, i Santi fanno solo del bene, è ovvio quindi che chi è illuminato da tutto ciò non può fare errori neanche a volerlo. Inoltre per maggiore sicurezza si conservano e si riportano in vita molte tradizioni.

            Io mi chiamo Natale Marzari, ed ho un sito in internet www.fonama.org, e sono coinvolto e travolto dal costume di riportare in auge delle tradizioni che a vario titolo erano decadute dall’uso anche se non nel dimenticatoio.

            Fin da piccolo avevo notato delle leggere imperfezioni nella regola che il D’io che mi veniva cosi fortemente somministrato non faceva e non poteva fare errori. Ad esempio non capivo perché l’osso dello stinco della gamba fosse sul davanti, e quindi le botte negli stinchi fossero così dolorose, ed invece i polpacci fossero sul di dietro, dove di norma si prendevano molto meno colpi. Anche le sagge persone a cui avevo posto questo ed altri struggenti quesiti non sembrava sapessero rispondere, e rimediavo anche qualche schiaffo per avere osato porre simili inquietanti ed impertinenti quesiti.

            Di fatto però sembra che anche altri avessero posto osservazioni anche più acute delle mie sul fatto che molti si dovevano arrabattare con problemi dovuti a qualche imperfezione non contemplata nel comune credere, magari scoprendo che ciò che non faceva parte del credo imperante non si doveva neppure nominare.

            Si narra ancora di donne e qualche uomo, chiamati a quel tempo streghe e stregoni, che nonostante le calorose ed assidue preghiere non trovavano rimedio a tutti i loro problemucci fisici e avessero cercato aiuto nell’uso di erbe per loro ed anche per altri. Gli  abitanti di allora sotto la guida assidua di esperti nella fede operarono con tutte le loro forze per dare loro quel calore che sembrava non ricevessero dalle preghiere, molte di loro furono riscaldate eccessivamente, e malelingue insinuano che molte finirono bruciate dal fuoco generosamente preparato per loro. Sicuramente furono scottati gli altri, e da allora tutti vissero felici e contenti, o quasi.

            In ogni modo, da allora, nessuno si professa più strega o stregone.

            Anche se sono passati molti anni sembra che continuino ad esistere miscredenti o con poca fede che si lamentano di qualcosa che non va, nella società o nel loro corpo. Devono sicuramente essere in malafede, basta guardare le persone felici, a loro va tutto bene, ecco quindi che se anche costoro fossero felici andrebbe tutto bene anche a loro!

            A cavallo della terza e quarta decade del secolo scorso in Europa i nazisti ed in cina i giapponesi si posero seriamente il problema degli scontenti. Vennero creati dei luoghi appositi per raccoglierli tutti, ma sembrava non finissero mai, riesumarono il metodo usato nel Trentino secoli addietro con le streghe e provvidero ad eliminarli iniziando con chi aveva problemi mentali e fisici. Furono interrotti anche se troppo tardi.

            Ora anch’io sono uno scontento, sembra che degli organelli presenti in tutte le cellule degli esseri viventi e detti mitocondri siano di seconda o terza scelta nelle cellule del mio corpo, con effetti disastrosi non nella mia immagine fisica che appare possente, ma nelle mie prestazioni fisiche che risultano nettamente inferiori al minimo consentito. Non può dipendere da mia madre che mi ha fatto perfetto, non da D’io che non sbaglia mai. Non può essere che colpa mia.

            Quaranta anni e rotti di emarginazione, di punizioni, di espropriazioni, di aggressioni, di disinformazione, una ininterrotta campagna di demonizzazione sui media, l’isolamento totale l’avermi privato dell’azienda, l’avermi privato dell’abitazione, e tre detenzioni non hanno ancora corretto le mie deformazioni mentali e non mi hanno portato a smettere di dire che sto male.

Occorrono pertanto rimedi adeguati.

            Il metodo usato con quelle donne, chiamate streghe per renderle estranee ai loro consimili, e cioè il rogo, non si può usarlo per via delle leggi contro l’inquinamento atmosferico. Anche se volendo si potrebbe fare una deroga al bisogno. Fra le tradizioni ci sarebbe quella tedesca di 60 anni addietro, ma in tempi di economie generalizzate chi si può permettere di allestire campi di confinamento ed eliminazione? Pensate solo alle leggi attuali sui forni crematori o sui termovalorizzatori.

            Ma gli abitanti di questo bel paese non si fermano certo davanti a queste difficoltà, ne vengono anzi stimolati!

Dato il problema, trovata la soluzione!

            Si fa il campo di concentramento e di eliminazione a spese degli scontenti stessi, ed ecco che nel paese “Trentino” il giorno 6 settembre 2004 il tribunale definisce il parcheggio del Pioppeto di Trento, che porta correttamente il nome di alberi come i campi di concentramento ed eliminazione tedeschi, come luogo obbligato di permanenza per la mia persona, su un camper che viene di autorità elevato al rango di abitazione adattata alla grave malattia “Miopatia mitocondriale” di cui sono afflitto, con l’obbligo di non uscire di “casa” la notte.

Senza allacciamento alla rete di distribuzione del gas.

Senza allacciamento alla rete di distribuzione dell’energia elettrica.

Senza allacciamento alla fornitura idrica.

Senza allacciamento alle fognature.

Senza allacciamento telefonico.

Senza riconoscimento dei bisogni e delle cure che la malattia richiede e che pago da sempre di tasca mia.

Senza il riconoscimento del bisogno della carrozzina elettrica con cui mi muovo dal 1981, sempre a spese totalmente mie.

Ma con la contraddizione del riconoscimento dell’invalidità civile del 100% con accompagnamento dal 1981.

E la contraddizione dell’obbligo di rimanere nel camper in un piazzale vietato ai camper.

E’ probabile che se facessi uno sforzo maggiore riuscirei a capire come correggere i miei comportamenti e ad adeguarli ai loro desiderata, ma temo che se non ci sono riuscito nei primi miei sessanta anni, avrò ancora maggiori difficoltà a farlo nei prossimi sessanta, per il dolore nell’intera muscolatura, per la mancanza del riposo notturno, per le difficoltà respiratorie, ad inghiottire, a tenere il cibo nello stomaco, ad andare al gabinetto, a rimanere in camper con una temperatura superiore a 24°c come la patologia richiede.

Nel frattempo non ho potuto accettare e quindi firmare l’ordinanza del tribunale che notificata il giorno 30 settembre è scaduta il giorno 10 ottobre, sto quindi aspettando di essere portato in carcere e che lì venga constatata l’esistenza e la gravità della malattia e la sua conseguente incompatibilità con la permanenza in carcere, così come avvenne nel giugno 1994 ed agosto 1995 con scarcerazione e successiva dichiarazione di ingiusta detenzione, mai resa pubblica.

Ma la fede muove le montagne si dicono nel “Trentino” anche se come è riportato nell’aneddoto su Maometto sono le montagne a tenere fermi i “Trentini” rendendo i loro cervelli ed i loro comportamenti agili e flessibili come le rocce appunto.

Dal campo di concentramento e di eliminazione “Pioppeto” di Trento


Dopo 41 anni e 5 mesi, nel maggio 2006 la magistratura di Trento ha riconosciuto l'esistenza e la gravità di quella malattia che nessuna altra istituzione o persona singola della provincia di Trento ancora mi riconosce, e per negare la quale mi perseguita.

 Natale Marzari


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