Cappuccetto rosso
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Scritti a cura di Natale Marzari

Dopo 41 anni e 5 mesi, nel maggio 2006 la magistratura di Trento ha riconosciuto l'esistenza  e  la gravità di quella malattia rara che nessuna altra istituzione o persona singola della provincia di Trento ancora mi riconosce, e per negare la quale ancora mi perseguita.    Natale Marzari

 

SMITIZZAZIONI

 

Albero della cuccagna - Buchi blu - cappuccetto rosso - Excalibur - Monolito 2001 - Uova di pasqua - Vello d'oro

cAPPUccETTO ROSSO

c’era una volta, e c’è ancora ai giorni nostri chi teneva e tiene dei comportamenti dannosi per altre persone o per la società. Vengono definiti con i termini generici di fuorilegge o criminali, ma esistono ovviamente dei termini più precisi per definirli, nel caso della favola realmente accaduta a Magonza nel tardo medioevo si trattava di un caso di pedofilia.

Anche una volta, ovvero nel passato esistevano termini generici e termini specifici per i vari comportamenti antisociali, ma sono conosciuti e neanche tutti ovviamente solo dagli storici, non sono quindi utilizzabili in un racconto rivolto al pubblico, sia si tratti di una favola appunto sia si tratti di un articolo di giornale.

Andando a ritroso nel tempo, si nota che il termine fuorilegge viene usato nel linguaggio comune dopo la stesura di leggi che regolino i comportamenti e dopo la diffusione della lettura e dei giornali.

Precedentemente era in uso il termine di banditi, perché era necessario che qualcuno ovvero il banditore percorresse le contrade e diffondesse il bando ovvero la comunicazione pubblica che la tale persona aveva fatto la tale riprovevole cosa. Quasi sempre si trattava di offesa al potere in carica, e nessuno veniva dichiarato per bando per offese a propri pari.

Dall’epoca preromana fino al tardo medioevo il termine più usato per chi si poneva fuori della società o veniva esecrato da chi guidava la società era il termine di lupo.

Di questa definizione si è persa l’informazione e risulta spontaneo a chi legga il termine lupo associarlo al canide che vive nei luoghi lontani dai luoghi abitati, per giustificata paura da parte del canide degli abitanti di quei luoghi.

Per esempio con il termine di lupi si definivano i rapinatori lungo le strade, ma anche lupe venivano definite le prostitute e lupanari i luoghi o le case in cui si prostituivano, ecco che una donna non cittadina ma neanche necessariamente prostituta si cura di Romolo e Remo nella leggenda sulla fondazione di Roma.

Più avanti troviamo S. Francesco che va a trovare e parla al lupo di Gubbio, che seduto lo stava ad ascoltare, forse non molto convinto visto che non smise di fare il lupo.

Ed ancora il caso di aggressione a nonna e nipotina nei boschi di Magonza, risolto con l’arresto ed il processo al lupo a due zampe

.Natale Marzari

 

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