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Scritti a cura di Natale Marzari

Dopo 41 anni e 5 mesi, nel maggio 2006 la magistratura di Trento ha riconosciuto l'esistenza  e  la gravità di quella malattia rara che nessuna altra istituzione o persona singola della provincia di Trento ancora mi riconosce, e per negare la quale ancora mi perseguita.    Natale Marzari

 

 

NATALE MARZARI

 NOI  E  LE  MALATTIE

          UN LIBRO UTILE PER CHI SOFFRE E PER CHI cONVIVE cON LA  SOFFERENZA

 

 

SOMMARIO

 

 

Premessa   |   cos’è la malattia  |  I nostri avi e noi  |  Terapia ad ogni costo (del paziente)  |  come comportarsi  |  Aspetti relazionali della malattia  | 

Immagine del malato  |  Rapporti fra il medico, l'ammalato e l'istituzione  |  Umanizziamo la sofferenza  |  Diete.

Tipi di malattie  Le malattie da agenti patogeni  |  Aspetti degli agenti patogeni  |  Malattie da ambiente sfavorevole  |  Malattie di origine somatica.  | 

 Malattie genetiche   |  Malattie mitocondriali  |  Malattie congenite  |  Insonnia

 

 

 

Premessa.

 

     con questo testo mi prefiggo di aiutare tutti coloro che incappati in qualche affezione, siano intenzionati ad affrontare la situazione nel modo più efficace possibile.

     Troverete qui una classificazione delle patologie coerente con le concezioni scientifiche moderne senza alcuno spazio per sentimentalismi o superstizioni, superstizioni che anzi mi prefiggo di combattere, e quel lettore che non fosse in grado di liberarsene, finirà senz'altro con il sentirsi a disagio.

     con questo testo voglio fornire uno strumento di lavoro il più analitico possibile, per dare a chi ne sia interessato un mezzo, per districarsi in quella babele di atteggiamenti scoordinati e spesso contrastanti, che contraddistinguono troppi di coloro, che per i più disparati motivi si interessano della vasta disciplina della salute.

     Troverete la classificazione delle patologie, e quali terapie adottare per affrontarle.

   Troverete la classificazione delle discipline terapeutiche, e le indicazioni per sceglierle.

     Imparerete le differenze fra:

-medicina allopatica e medicina omeopatica;

-rimedio e lenimento;

-malattia presente e malattia latente;

-malattia acuta e malattia cronica;

-malattie acquisite e malattie ereditarie;

-malattie professionali e malattie comportamentali;

     Imparerete il significato di termini come malattia diaginica e malattia autoimmunitaria, ecc.

     Troverete la spiegazione di cosa sia un tumore ed il modo di prevenirlo.

     Troverete il modo di distinguere fra medici ciarlatani con laurea e senza, e tante altre cose ancora.

     Mi dispiace di non essere in grado di suggerirvi dei rimedi contro la stupida superstizione umana, che vi isola e vi colpevolizza, ma è mio intento fornirvi due armi per ovviarvi anche se indirettamente:

Primo.      Il modo di convivere con il vostro male nel modo migliore ed il più economicamente possibile.

Secondo. Un quadro il più chiaro possibile della situazione per poter combattere nel modo più efficace l'ignoranza altrui.

     Vi prego in ogni modo, di tener presente che questo testo non può, e non vuole essere un trattato, con tutte le indicazioni terapeutiche per curare ogni singola malattia. Non esiste il modo di condensare in un cervello o in uno scritto, per ampio che sia, l'enorme quantità di informazioni che sarebbero necessarie. Neppure le enciclopedie mediche hanno questa pretesa, vi prego quindi di perdonare quelle trascuratezze inevitabili in un lavoro, il cui unico intendimento è quello di dare un'informazione, per aiutare nella conoscenza e nelle scelte.

 


 

cos’è la malattia.

 

     L'atteggiamento con cui ci poniamo questa domanda è ciò che più rivela il nostro stato d'animo e la nostra formazione culturale. Ed è possibile rispondere in una vastissima quantità di modi a questa domanda.

 - Il moralista risponde, che la malattia è una punizione per il nostro cattivo comportamento.

 - L'egocentrico risponde, che la malattia è un'offesa al nostro organismo.

- Il tecnico risponde, che la malattia è un’anormalità delle funzioni organiche.

- Il religioso risponde che la malattia è una prova a cui ci sottopone il dio in cui lui crede.

     E si potrebbe proseguire molto citando gli atteggiamenti che le varie società umane hanno assunto nei confronti delle malattie e dei malati.

     Tutte queste risposte sono purtroppo caratterizzate da un grande errore comune, esse considerano la malattia uno stato anormale della vita, creando cosi una mentalità pesantemente perniciosa per un corretto approccio al tema della malattia.

     E nell’impossibilità di trovare una causa riconoscibile per questa presunta anormalità, tutte le società finiscono col prendersela con chi ne porta i segni, e cioè con l'ammalato stesso, colpevolizzando ed emarginando cosi, proprio chi dalla malattia è più colpito.

 

     LA  MALATTIA E' UNA  cOMPONENTE NORMALE DEL FENOMENO VITA, E' NORMALE cOME LA GIOIA E L'AMORE, cOME IL NAScERE ED IL MORIRE.

 

     L'unica differenza fra individuo ed individuo è l’intensità dei processi patologici in cui incorrerà nell'arco della sua vita, e questa differenza può essere anche sconcertamente forte ma non esiste la vita senza la malattia, ognuno deve affrontare le sue malattie, ed in ogni modo nessuno muore di salute.

     Se proviamo a contare quante sono le persone afflitte da qualche malattia in questo momento fra le nostre conoscenze arriveremo facilmente al 15 per cento, ma fra un anno ben l'80 per cento sarà stato colpito da qualche forma di patologia, e nell'arco di dieci anni non avremo praticamente più persone indenni, ovvero persone che non abbiano sofferto per qualcosa nell'arco di questo periodo.

     Persino dei normali aspetti della nostra vita vengono definiti e vissuti come fossero delle malattie. Pensate per esempio all'azione della pubblicità, nei confronti della calvizie maschile, o delle rughe, o del grasso sottocutaneo.

     Il fatto è che il corpo di tutti gli esseri viventi è destinato a modificarsi nell'arco della vita, ed anche quello umano subisce delle modificazioni sia nell'aspetto che nelle funzioni. Normalmente accade però, che i disturbi dell'infanzia e della prima giovinezza vengano dimenticati rapidamente, ed alla fine della crescita cominciano per molti i primi falsi problemi.

     Verso i vent'anni per le femmine e verso i venticinque per i maschi l'organismo smette di crescere, ha quindi un minor bisogno di cibo, e lo manifesta con un minor appetito, o con dei piccoli disturbi digestivi. Questi disturbi vengono presi alla lettera, e l'individuo inizia la ricerca di diete per "guarire".

     che l'individuo faccia o non faccia movimento, il suo fisico è destinato ad appesantirsi una volta cessato lo sviluppo, e le eccezioni non contano, anche se vengono largamente usate nella pubblicità. In ogni modo molti si ammazzano di faticare, cercando di "guarire" da dei normali ed innocenti fenomeni collegati con l’età.

     Anche quei piccoli antiestetici depositi di grasso sottocutaneo, cosi comuni per l'organismo femminile, vengono utilizzati, per indurre il senso della presenza di una malattia, e vengono falsamente presentati per una grave e dolorosa malattia della pelle: La cellulite.

     Tutto ciò, da modo a qualche furbone di approfittarne, e vediamo sorgere in continuazione: Scuole, discipline e ginnastiche per "curare" queste cosiddette malattie.

     Succedono anche dei fatti comici.

     Un giorno, un bel tipo, annuncia la scoperta della "cura" per una malattia di moda, l'infarto. In breve tempo aumenta vertiginosamente la vendita delle sveglie, delle tute da ginnastica, ed il numero dei maschi mattinieri. Tutti a correre, per prevenire l'infarto. Il bel tipo muore di infarto per il troppo correre, e tutti continuano ancora a correre.

     Un'altra volta, un altro bel tomo, ritiene che quanto mangiamo da qualche millennio, sia completamente sbagliato. Inventa la "dieta macrobiotica", la segue con ammirevole diligenza e quattro anni dopo muore di malnutrizione. Ancora adesso i negozi di alimenti macrobiotici nutrono contemporaneamente i loro fedeli ed i loro affari. Più i secondi che i primi.

     Si vedono anche delle persone, che non ingrasserebbero neanche a rimpinzarle a forza, intente a far soldi insegnando come fare a rimanere magri, a delle persone, che ingrassano anche al solo guardare il cibo. con il sicuro risultato di diminuire i grassi felici, ed aumentare i grassi traumatizzati. Doppiamente traumatizzati, prima nel morale da presunti biasimi, e poi nel fisico, da quelle ginnastiche incoscienti, e fatte praticare senza preparazione medica, come ad esempio la ginnastica aerobica.

     Solo se considereremo la malattia un normale inconveniente della vita riusciremo a non drammatizzarla e ad affrontarla nei modi più efficaci fra cui il più economico: La prevenzione. Qualsiasi altro approccio potrà essere magari più accettabile, più consolatorio, ma ci porterà fuori strada, ci porterà ad assumere dei comportamenti superstiziosi, ad esorcizzare i problemi dopo esserne incappati ecc. Ed anche se non ne moriremo, finiremo senz'altro con l'aumentare i costi del recupero per noi e per gli altri e con l'aumentare le nostre sofferenze.


 


 I nostri avi e noi

 

     Autocollocandoci sul piedistallo delle nostre conoscenze, possiamo illuderci di essere superiori ai nostri avi, e possiamo arrivare ad irridere i loro sciocchi e maldestri tentativi nell'affrontare le loro malattie, da cui erano afflitti molto più di quanto non capiti a noi.

     Diventa quasi automatico pensare che i nostri avi fossero ignoranti e coscienti di esserlo. Niente di tutto ciò. I nostri avi avevano le risposte ai loro problemi, e venivano rassicurati da queste risposte, esattamente come noi lo siamo dalle risposte che noi ci diamo ai nostri giorni ci diamo.

     ciò che noi irridiamo sono le risposte che loro si davano. Deridiamo il loro pensare a spiriti maligni, o la loro fiducia in rituali assolutamente inefficaci o addirittura dannosi. E cosi non vediamo i nostri spiriti come la cosiddetta ed inesistente psiche o i nostri rituali come il fumo, l'alcol, le pillole ecc. che sono spesso più inutili e dannosi delle danze o delle credenze antiche.

    Il fatto è che i nostri avi si erano create quelle risposte, perché‚ incapaci di dire e di dirsi "Non lo so!" davanti ai loro problemi insolubili, esattamente come non ne siamo capaci noi.

     Più avanti citerò alcune delle terapie fantasiose inventate dai moderni taumaturghi (miracolisti), per sfruttare economicamente le paure provocate dalle malattie, e su quali trucchi si basi la loro apparente efficacia.

     come facciamo noi, anche i nostri antenati, preferivano delle azioni stranissime anche se inefficaci piuttosto che l'inazione o una serena accettazione dei limiti e del dolore.

     Ecco quindi che i nostri avi ricevevano sicurezza da cose come:

-Dormire sulle nude pietre in appositi templi.

-Portare addosso degli oggetti vari.

-Bere degli intrugli il più repellenti possibile.

-Farsi levare sangue in abbondanza.

-Ballare fino allo sfinimento.

-Farsi scalpellare il cranio.

-Esorcizzare gli epilettici a bastonate.

Ed altre cose ancora che vi risparmio.

     Se poi l'ammalato dopo essere stato tanto rassicurato non si decideva ne a guarire ne a morire, bisognava rassicurare i sani, espellendolo dalla società. Normalmente era destinato a morire di stenti in solitudine o divorato da qualche animale carnivoro. In alcune società esistevano dei luoghi dove i cronici venivano confinati e destinati a morire di fame sofferenza e disperazione, ma senza disturbare (lazzaretti, lebbrosari ecc.).

            Non dobbiamo però scordare che la fortuna delle nostre conoscenze ha origine nelle sperimentazioni effettuate dai nostri avi. Lo studio di molti comportamenti o azioni terapeutiche dei nostri antenati ci porta spesso a scoprire delle logiche e degli effetti utilissimi anche per noi, ed a questo proposito cito la riscoperta in occidente dell'agopuntura, una disciplina molto utile, già conosciuta nel tardo medioevo e perduta nell'insensato rogo di presunte streghe stregoni e gatti.

     Prima o poi però, tutte le società scoprono gli psicofarmaci, che se non sono efficaci nel curare, lo sono nel far smettere di lamentarsi all'ammalato.

 

    Tabella delle sostanze impiegate per alterare le sensazioni e di conseguenza i comportamenti:

     Tabella 1

 ·      -Gli australiani masticare le foglie di duboisia;

·      -I polinesiani masticare le radici di kawa;

·      -Gli abitanti del sud-est asiatico masticare le foglie di bethel mescolate alla calceper estrarne l'alcaloide;

·      -Gli abitanti del centro Asia bevono infusi di oppio e poi imparano a fumarlo;

·      -Gli abitanti dell’Asia dell'ovest e dell'est europeo mangiano il fungo amanita           muscaria e fumano le foglie di canapa;

·      -Gli europei bevono il giusquiano, il succo fermentato della vite e dell'orzo ed i loro distillati;

·      -Gli americani del nord mangiano il fungo peyote e bevono l'estratto del cactus mescal;

·      -Gli americani del sud bevono il succo fermentato del mais e masticano le foglie di coca;

·      -Gli africani bevono infusi di stramonio e masticano le foglie di kat.

 

            Ovviamente la moderna tecnologia  rende superati molti dei tradizionali modi di assunzione di questi psicofarmaci. Nell'ultimo secolo sono state analizzate le sostanze già elencate e moltissime altre, e grazie all'aiuto delle guerre di massa di questo secolo, non sono mai mancate le cavie volontarie.

            Sono state cosi scoperte sostanze adatte a tutti i casi: potentissimi analgesici contro il dolore fisico; potentissimi stimolanti per indurre ad ammazzare ed a farsi ammazzare, però col sorriso sulle labbra; e potentissimi anestetici contro il disagio sociale per rendere accomodanti anche i più sensibili.

            Non mancano certamente i casi di impiego corretto di queste sostanze, pensiamo al loro impiego nella chirurgia, o contro alcune malattie del sistema nervoso, due campi che prima della scoperta di questi mezzi, obbligavano i terapeuti ad infliggere enormi sofferenze fisiche ai loro pazienti.

     Purtroppo però si deve subire un uso continuato e scorretto di queste sostanze al fine di eliminare dei sintomi spiacevoli, anche se utilissimi per tenere sotto controllo i processi fisici patologici, con la tendenza a sopprimere i sintomi invece di curare o prevenire le sofferenze e le malattie. Ed il loro largo uso per eliminare i disagi del vivere e dei rapporti sociali, con il risultato di addormentare le coscienze più sensibili e di permettere il perdurare di rapporti umani negativi o basati su principi diversi da quelli della tolleranza e della armonia sociale.

     Il risultato è che invece di indagare sulle cause delle sofferenze o dei problemi, si eliminano i segnali dell'esistenza dei problemi. Aumentando cosi il senso di falsa sicurezza.

     Le persone che hanno paura del buio, sono terrorizzate e quindi incapaci di entrare in una stanza non illuminata anche se quella stanza è da loro perfettamente conosciuta. Per i problemi esistenziali siamo tutti cosi, abbiamo un terrore folle ed irrazionale di rispondere "Non lo so!", qualsiasi risposta va bene anche la più assurda e balorda, piuttosto di riconoscere di non sapere.

     E cosi come tempo fa si isolavano i lebbrosi invece di curarli, poiché si pensava che la lebbra fosse una malattia contagiosa, (In Italia si considera ancora la lebbra una malattia contagiosa, cosi si tengono carcerate a vita inutilmente circa 1700 persone) e si ammazzavano di legnate gli epilettici, per farne uscire i demoni. Ora in assenza di demoni da scacciare, di anime da salvare a scapito del corpo, e di untori da smembrare sulla pubblica piazza, assistiamo alla demenziale abitudine di bollare come di origine psichica tutte quelle patologie, che i medici trovano troppo difficili da studiare e da trattare. Inventando cosi dopo il superamento dell'anima religiosa un'anima laica da smacchiare. con il grande vantaggio per il medico di poter nascondere la propria ignoranza, e di poter ricondurre al paziente l'origine dei propri mali. Esattamente come si è sempre fatto.

     I nostri discendenti si faranno delle grasse risate pensando a quanto pesi una psiche, proprio come noi ridiamo di tutte quelle serie, lunghe e dotte discussioni sul sesso degli angeli, o riguardo la presenza o meno dell'anima nel corpo femminile, o per il ristagno o l'eccesso degli umori (salassi purghe e sanguisughe).

     Il lato comico è che i dotti assertori della presenza dell'anima nelle donne, erano i più sensibili e non i più retrivi all'interno della diatriba, cosicché ad un osservatore esterno poteva sfuggire l'osservazione che a sbagliare erano tutt'e due.

     Vi prego di meditare un pò religiosi o no su cosa ritenete sia l'anima.

     Ai giorni nostri si vedono, da un lato i medici internisti che pretendono di curare i tumori studiando gli ammalati di tumore, e dall'altro gli psicologi che pretendono di curare i tumori curando la psiche dei poveri pazienti.

     Portate pazienza e risponderò a ciò che vi state chiedendo ora.

     Ogni tanto qualcuno si stanca di farsi maltrattare nei suoi bisogni ed "emigra" alla ricerca di metodologie più a misura d'uomo. Ed ecco che anche quì si prospetta la possibilità di fare buoni affari. Per chi cura si intende.

     A disposizione per chi ne abbisogni sono state inventate e si continuano ad inventare, un'incredibile quantità di cure, che se non sono tutte curanti per i pazienti, lo sono tutte per il conto in banca di chi le pratica.

 

 

Eccone un elenco sicuramente incompleto:

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Tabella delle medicine alternative praticate ai nostri giorni.

l'agopressione

la medicina dell'India antica

l'agopuntura

la medicina tibetana

l'auricoloterapia

la moxibustione

la chiropratica

la naturopatia

i chirurghi filippini

l'omeopatia

la cromoterapia

la pranoterapia

la diagnosi astrologica

la psicanalisi

l'elioterapia

lo psicodramma

l'elettroterapia

la psicoterapia della famiglia

l'erboristica

la radiestesia

la fitoterapia

la radioterapia

la fonoterapia

lo shiatsu

l'idroterapia

il t'ai chi ch'uan

l'ipnosi

la terapia centrata sul paziente

l'iridologia

la terapia della copia

la laserterapia

la terapia del comportamento

la ludoterapia

la terapia di gruppo

la magnetoterapia

la terapia psicanalitica

il massaggio zonale

lo yoga

la medicina ayurvedica

lo Zen

la medicina cinese

 

 

 

 


 

Terapia ad ogni costo (del paziente).

 

     Tutti quei criminali ciarlatani che praticavano e praticano gli esorcismi, pretendevano e pretendono ancora di essere nel giusto, portando a testimonianza le guarigioni effettuate, esattamente come ora gli psicologi portano a testimonianza le presunte guarigioni di chi non era malato. Se poi si vengono a trovare davanti alla contestazione di non avere guarito e neppure migliorato la condizione fisica delle loro vittime, pardon "pazienti", sfoderano immancabilmente la dichiarazione che senza i loro (mal)trattamenti avrebbero incorso in chissà quali peggioramenti.

     Il meccanismo con cui si creano i vari guaritori, psicologi, santi, esorcisti, eccetera, è ovviamente basato sull'ignoranza del fenomeno malattia.

     Per capire questo bastano alcune elementari osservazioni:

- I miracoli non restituiscono mai arti od organi mancanti;

- Le guarigioni improvvise vengono registrate come tali, evitando di registrare le successive ricadute;

- Gli psicologi curano efficacemente solo i sani, i malati veri li definiscono "Resistenti alla terapia";

- Gli esorcisti, razza fortunatamente in estinzione naturale, violentano o ammazzano ancora ai nostri decine di persone ogni anno in Europa.

     Queste categorie di persone evitano accuratamente (se pure essi stessi lo sanno) di spiegare, che tutte le malattie sono soggette ad episodi di miglioramento e di peggioramento, e poiché‚ una persona sofferente insiste col cercare una cura al proprio male, finisce facilmente col credere, che un miglioramento occasionale e spontaneo anche se temporaneo sia la conseguenza della terapia in corso in quel periodo. E se il miglioramento risulta fortunosamente duraturo, l'ammalato può essere indotto con estrema facilità ad attribuirne il merito a quanto aveva fatto.

     MOLTE MALATTIE GUARISCONO NONOSTANTE LE CURE.

     Un'altra caratteristica in comune delle categorie sopra citate, è una caratteristica che le accomuna ai dittatori, agli sfruttatori ed ai rapinatori.

     I componenti di queste categorie sono gli unici professionisti al mondo, a farsi pagare unicamente per svolgere un compito. Si fanno pagare indipendentemente dall'impegno profuso, indipendentemente dal risultato e senza garanzia di rimborso alcuno per gli eventuali insuccessi. Abitualmente si fanno pagare prima di iniziare ad occuparsi del malato, sono pronti a ricevere ed a chiedere regalie se il malato migliora nonostante le "terapie", senza mai pensare a restituzioni, ed il malato non ha mai nessuna possibilità di venire difeso o risarcito per i loro sbagli.

     Luoghi particolarmente cari a milioni di malati come i santuari, divengono sempre meno miracolosi, man mano che progrediscono le conoscenze, e santuari come Lourdes perdono la loro efficienza con la serietà degli esami a cui i "miracolati" vengono sottoposti.

     La madonna di Lourdes non fa più miracoli dal 1978, forse aveva il tagliando limitato a 60 anni.

     Ognuno di noi regola il proprio comportamento in base a due fattori: la propria educazione e cultura; ed i giudizi degli altri. In un mondo in continuo cambiamento, può succedere di trovarci impreparati ad affrontare qualche fatto, e di non ritenerci all'altezza della situazione. Ne nasce un disagio che solitamente superiamo grazie a dei consigli o magari anche a delle letture. Ma se questo non basta ne veniamo frustrati e come pinocchio chiediamo consiglio alla volpe, alle volpi moderne: Gli psicologi. I quali ben felici di confermarci che siamo proprio delle frane, si fanno pazientemente raccontare, a pagamento, tutti i nostri insuccessi, per confermare a noi l'idea che siamo veramente dei falliti, e per poi potersi fare adeguatamente ricompensare della loro magnanimità nell'aiutare simili derelitti.

     E proprio le malattie sono le situazioni che ci trovano più impreparati, le malattie comportano inevitabilmente disagio, e subito gli psicologi si offrono di aiutarci arrivando persino a confermarci, che si è vero anche la nostra malattia è di origine psichica e la riprova è proprio il nostro disagio (psichico?).  

     La struttura della medicina deve essere efficiente, e se i medici devono perdere il loro tempo a chiacchierare con i pazienti, questo va a scapito dell’efficienza.

     Molto meglio razionalizzare il sistema, e per ogni sintomo manifestato predisporre delle risposte automatizzate. Per ogni tipo di febbre l'antibiotico, per ogni tipo di dolore l'aspirina, per ogni magagna l'operazione chirurgica. così si risolvono molti problemi contemporaneamente: si tranquillizza il paziente, si giustifica l'apparato, diminuisce la disoccupazione medica, e si fanno funzionare tutte quelle belle apparecchiature tutte cromate che a qualcuno non venga in mente di chiedere perché‚ sono state acquistate.

     Se poi capita quell'accidente che si definisce con una parolona di quelle che danno soddisfazione a pronunciarla "Iatrogenesi della patologia" (malattia conseguente a terapie inadeguate o eccessive), poco male,

primo:     Il paziente deve essere appunto paziente;

secondo: Non sarà mica colpa dei medici se lui è di costituzione delicata. che si curi!.

 


come comportarsi

 

     Il miglior comportamento da tenere sempre nella vita, ed in special modo in caso di malattia, è quello di accettare la situazione, e di imparare a gestirla autonomamente, anche se ciò comporta ulteriori difficoltà e sacrifici.

     Se non accettiamo la situazione, potremo fare qualsiasi cosa, disperare o impazzire, ma difficilmente potremo migliorarla. Se deleghiamo ad altri il compito di gestire i nostri problemi, otterremo di arrivare più lentamente e con maggiori costi a delle soluzioni.

     Se invece decideremo di affrontare il problema, passeremo quasi sicuramente attraverso dei brutti momenti, tutto ci sembrerà terribilmente difficile e complicato, ma man mano che approfondiremo la nostra conoscenza, acquisteremo sempre più velocemente sicurezza, le nostre azioni saranno sempre più efficaci, fino a che ci capiterà di prendere delle decisioni più rapide e precise, di quanto sono in grado di fare coloro a cui viene solitamente delegato il compito di decidere e di agire.

     A questo punto la malattia smetterà di essere un problema esistenziale, per limitarsi ad essere solo e nient'altro che una scocciatura più o meno grande.

            Dividendo sommariamente le malattie fra acute, e croniche potremo fare una prima divisione dei comportamenti a cui attenersi.

     Se veniamo colpiti da un'affezione ad andamento acuto e usualmente senza strascichi, non diventa necessario prendere dei provvedimenti autonomi, solitamente è sufficiente seguire con la dovuta attenzione le prescrizioni dei medici terapeuti, sia quelle riguardanti le cure mediche, sia quelle di natura comportamentale.

            Ovviamente la fonte delle prime e pertanto importanti informazioni, sull'affezione che dobbiamo affrontare, sono i nostri medici curanti. Ed a questo proposito voglio ricordare che dobbiamo sempre stabilire e mantenere un rapporto di piena fiducia e collaborazione reciproca, fra paziente e medico e viceversa, e questo rapporto è così importante, anche quando stiamo bene, da preferire il rivolgersi ad altro medico se non siamo soddisfatti, piuttosto che trascurare la salute per un rapporto trascinato nella scaramantica illusione di non averne bisogno.

            Se l'affezione che ci colpisce direttamente, o che colpisce qualcuno che ci è caro, può trascinarsi nel tempo o presentare possibilità di ricadute, dobbiamo iniziare ad occuparcene noi stessi. Sempre attingendo informazioni dal medico di famiglia o dai medici curanti ospedalieri, inizieremo a formarci un bagaglio di conoscenze, con cui regoleremo i comportamenti futuri. Anche lo scambio di informazioni con altre persone con i medesimi problemi sarà molto utile, specie se la loro esperienza  di vecchia data, ed ancora di più troveremo appoggio, se chi è stato colpito prima di noi dal nostro male è riuscito a creare una associazione. Associazione a cui provvederemo ad associarci per aumentare le possibilità di cavarcela prima e meglio.

          E' incredibile quanti trucchi e metodi esistano per ovviare agli inconvenienti di una debolezza organica, senza che i medicine siano a conoscenza, ma questo si capisce subito se si considera che i medici si occupano principalmente del momento acuto dell'emergenza. Ed abbiamo cominciato così a vedere i vantaggi della conoscenza.

            Vediamo ora come comportarci nel caso che noi o qualcuno a noi vicino veniamo colpiti da un'affezione con conseguenze invalidanti o da una malattia cronica.

            Raccolte le prime informazioni come nei casi precedenti e superato lo choc dell'impatto con le difficoltà, la prima cosa da fare è prendere immediatamente contatto con le associazioni di categoria. Mentre siamo ricoverati in ospedale, vediamo intorno a noi solo dei casi gravi e nel momento più brutto del loro manifestarsi, e noi stessi stiamo passando un momento orribile, ecco quindi che contattare delle persone che hanno passato i nostri stessi momenti, e che si gestiscono molto meglio, ci darà molto più coraggio e speranza di quanto ce ne possano dare le parole dei medici o le stereotipate frasi di chi ci visita.

     Questo per il morale, ma nel pratico ci troviamo a confrontarci con problemi organizzativi e burocratici, e per quanto intelligenti e raccomandati possiamo essere, niente supera l'aiuto di un'organizzazione che conosce il nostro problema meglio di chiunque altro.

            Un poco più lunga è la strada da fare per chi viene colpito da un'affezione cronica, ma di solito i problemi sanitari sono anche meno incalzanti.

            Anche in questo caso occorre raccogliere le informazioni mediche per il primo inizio, e occorre contattare le associazioni di categoria per altre informazioni comportamentali e burocratiche, poi è necessario studiare. Sulle prime ci troveremo a ripetere pappagallescamente gli strani nomi degli esami clinici e dei loro risultati sotto forma di cabala, poi piano piano tutto questo inizierà a prendere forma e logica, e questo sarà il fondamento su cui dovremo costruire l'edificio della nostra conoscenza, e più questo edificio sarà completo, più ci aiuterà ad eliminare gli inconvenienti della patologia che costituiscono la differenza fra noi e la media delle altre persone.

            Senza paura ed anche con poca fretta dovremo richiedere e leggere le nostre cartelle cliniche, e non ci capiremo quasi niente, ma ci sorgeranno delle domande, domande che rivolgeremo a medici ed ad altri pazienti più esperti. Impareremo cioè a chiedere informazioni, impareremo a guidare il nostro comportamento con l'altrui e poi nostra esperienza, ma esiste una fonte di esperienza condensata che sono i libri. Ancora senza paura e senza fretta ci recheremo in una buona libreria, meglio se universitaria, e prenderemo libri di divulgazione e scientifici sull'argomento che ci coinvolge.

             Può darsi che ne riceveremo l'impressione di avere tutte le malattie descritte, ma passa presto, può anche darsi che ne riceveremo l'impressione di non capirci nulla, ma impareremo ad usare correttamente i termini specifici, così come fanno i medici, e questa sarà un'ottima base per imparare a dialogare con i medici e migliorare sempre più il livello della qualità della comunicazione, e di conseguenza della qualità dell'informazione.

             Internet può essere un mare in cui pescare le informazioni che ci servono, ma solitamente non ci si trovano le chiavi per distinguere l'utile dal ciarpame o dal costoso inutile, poco pratico, o ancora dannoso, è indispensabile avere accumulato da sé stessi un minimo di conoscenza per poterla sfruttare vantaggiosamente.


 


Aspetti relazionali della malattia.

 

     Alcuni aspetti delle malattie sono conosciuti a tutti, è conosciuta la febbre, lo stare a letto, il dolore, la modificazione in peggio dell'aspetto, ma troppo spesso anche chi è malato non sa altro.

     ciò che viene sempre ignorato sono le limitazioni del comportamento che la malattia induce, ed a questa ignoranza sono da imputare i comportamenti emarginanti e razzisti che il malato specie se cronico si trova a subire.

     Sembra che l'ammalato tenga dei comportamenti anormali per un suo qualche deplorevole disegno, sembra che sia svogliato, non attento alle proprie cose, come se avesse un certo gusto masochista a complicarsi la vita.

     Inizio con una limitazione relativamente conosciuta, le diete. con il progredire delle conoscenze dei processi metabolici siamo diventati in grado di aiutare quei malati come i diabetici, per i quali l'introduzione di alcune sostanze, portava a delle conseguenze negative. Ma questo non rende normale il diabetico, glie ne da solo l'apparenza, il suo mangiare sarà più limitato e costoso, problematico sarà pure andare al ristorante, pressoché proibite gli saranno le mense ed i self-service, tutte piccole limitazioni che sommate costituiscono un problema in più.

     Ma l'origine stesso della dieta può essere un problema nei rapporti sociali, pensate ad un persona che per dei problemi metabolici sia costantemente in sovrapeso. Essa farà più fatica a muoversi, non troverà facilmente i vestiti adatti, avrà problemi organici come disturbi circolatori, e come se tutto questo non bastasse, subirà in continuazione rimproveri velati e diretti fino a vere discriminazioni nei rapporti umani e professionali, per la sua presunta mancanza di volontà nel fare una dieta che la renda normale per gli altri.

     Lo stesso avviene per una persona sottopeso.

     Ovviamente se nel sommarsi delle difficoltà, questa persona non ce la facesse a reggere, dopo il suo, suicidio si scoprirà anche la labilità della sua psiche, evidenziata e giustificata proprio dal fatto di non essere stata in grado di apparire normale.

     chi sia stato colpito dalla poliomielite o da un trauma grave del sistema nervoso, può trovarsi a non avere dei problemi in corso, ma che i suoi problemi siano limitati alle conseguenze della malattia.

     Per gli altri non è normale, non viene compreso che il suo è solo un problema di limitazioni esterne, come ad esempio le barriere architettoniche o la difficoltà a muoversi in spazi progettati da efficienti e costruiti esclusivamente per efficienti, viene trattato ancora come un malato e subisce l'emarginazione solo ed esclusivamente per le sue limitazioni.

     Per alcune patologie i rapporti umani diventano difficilissimi solo ed unicamente per l'ignoranza che esiste nei confronti delle loro caratteristiche.    

     Sono quelle patologie che non sono direttamente evidenti dall'aspetto fisico e che inoltre si manifestano episodicamente con la scomparsa dei sintomi fra un episodio e l'altro.

     cito per esempio la sclerosi multipla, l'epilessia, la miopatia metabolica, e molte malattie del metabolismo o da intolleranza a sostanze. chi ne soffre, viene quasi inevitabilmente preso per un anomalo nel carattere, subisce gravi forme di emarginazione e viene frequentemente "curato" con psicofarmaci, che finiscono inevitabilmente con lo istupidire sul serio.

     Un altro esempio dell'immagine deformata che tutti hanno della malattia, lo troviamo in quelle schermaglie ridicole e perennemente presenti nei dialoghi fra un ammalato e le persone che gli stanno vicino.

    Questi dialoghi sono caratterizzati da tre  tipi di osservazioni-suggerimenti che continuamente l'ammalato si sente rivolgere, e siccome non è in genere preparato a rispondere, cercherà di schivarle o di tergiversare, dando così modo di rafforzare gli altri nella loro "giustezza" e contemporaneamente di danneggiare la propria immagine, con l'immagine dell'incapace e dell'incorreggibile testardo.

     La prima osservazione-suggerimento riguarda ciò che l'ammalato ha fatto o non ha fatto per procurarsi il guaio. Se ha mal di pancia, doveva mangiare meno; se è debole, doveva mangiare di più; se ha la febbre, doveva proteggersi dal freddo; se non ha la febbre, deve smetterla di fingere di stare male; se gli è caduto in testa un meteorite, doveva schivarlo.

     Insomma tutta una quantità di disattenzioni, per cui non si capisce come abbia fatto l'ammalato in questione, ad arrivare ancora vivo fino alla sua età, e in ogni modo sia chiaro che il suo guaio se l'è voluto e cercato.

     La seconda osservazione-suggerimento, riguarda le terapie che l'ammalato dovrebbe intraprendere, secondo chi è così buono da volerlo aiutare, per il suo bene. Dovrebbe stare al caldo, ma prendere aria; dovrebbe fare movimento, ma non affaticarsi; dovrebbe stare a dieta, ma nutrirsi bene; dovrebbe prendere la purga, usare quel unguento, fare quelle iniezioni, fare la dieta macrobiotica, fare il footing, l'aerobica, la bionica, la ciclonica, la catastrofica, e dovrebbe finalmente smetterla di fare l'ammalato che gli altri hanno da fare.

     La terza osservazione-suggerimento, riguarda la bravura e la definitività delle guarigioni effettuate da quel mago, o quel guaritore, o quel santone, o quel medico estero, a cui l'ammalato per sua pura ed invincibile cocciutaggine non si è ancora voluto rivolgere. E pensare che l'altruismo di queste persone è così elevato, che molti di questi si offrono persino di guarire  per corrispondenza, basta inviare loro l'importo opportuno, ed al resto pensano tutto loro.

     coloro cui la natura non ha assegnato malattie rilevanti, tendono ad attribuirsene il merito, e per loro è solo grazie alla loro abilità ed intelligenza se riescono a gestire così bene il proprio organismo. Automaticamente per antitesi, chi soffre per una qualsiasi patologia, deve in qualche modo aversela cercata. Alle volte è vero, ma se una persona ha problemi, non viene aiutata sicuramente dalle recriminazioni, chi le fa, le fa semplicemente per scaricarsi dei propri pensieri e spesso anche delle proprie responsabilità.

     così capita che l'ammalato invece di sentirsi dire: "cosa posso fare per te ?", si senta quasi sempre dire: "perché‚ non provi questo", o "Perché non fai quest'altro". come se la malattia fosse principalmente un problema di volontà o di ignoranza soggettiva.

     Anche le definizioni che si usano per definire le malattie vengono stravolte e aumentano le paure ed il senso di impotenza.

     Esistono tre definizioni che vengono sempre scambiate fra di loro e viste sempre in maniera catastrofica. Le parole malattia

incurabile; malattia inguaribile; e malattia mortale; non sono dei sinonimi. E non indicano automaticamente situazioni tremende.             

-Per malattia incurabile si intende una malattia resistente alle terapie. Ma moltissime malattie non sono trattabili, neanche l'influenza lo è, e spesso tutto si risolve in una qualche limitazione per chi ne è affetto.

-Per malattia inguaribile si intende una malattia trattabile, ma che richiede un trattamento vita natural durante. Può essere anche che il trattamento permetta un sistema di vita quasi normale.

-Per malattia mortale si intende appunto una malattia che terminare con il decesso di chi ne è affetto. Ma non significa che i suoi sintomi siano intrattabili, o che non permetta una vita di relazione, ed ignorarlo non permette di adottare quelle misure per migliorare e rendere tolleranti le condizioni di quella parte di vita che rimane pur ancora da vivere. E’ vero che qualcuno può spaventarsene e decidere di autoeliminarsi prima del tempo, magari solo ponendo termine alla propria attività, ma  stupido saltare dall'aereo per la paura che l'aereo cada. Meglio volare finché l'aereo vola.


 

 



 

 Immagine del malato.

 

     Se invece di avere fisso in testa quel concetto sbagliato dell'esistenza dei sani, e della diversità dei malati, vedessimo negli altri delle persone, semplicemente delle persone, alte, basse, bianche, nere, sportive, zoppe, grasse, magre, eccetera; ma solo e sempre persone, sarebbe per noi normale adattare il nostro ambiente alle esigenze che ognuno ha, per aiutarlo a superare i propri limiti.

     Pensate a quanto sarebbe bello, se invece di redigere le tabelle dei pesi "normali", redigessimo le tabelle dei pesi "medi". Dato che il contrario di normale è anormale, ci risparmieremmo di pensare che, coloro il cui peso non si trovi al centro della tabella, siano "anormali". 

    Ancora un pensierino sull'emarginazione. Sentendo nominare la parola emarginazione, viene logico associare l'emarginazione al razzismo, poiché di quest'ultimo abbiamo qualche informazione, e siccome non ci riteniamo razzisti, ci assolviamo automaticamente anche dal reato di emarginazione.

     contrariamente al razzismo, l'emarginazione non è costituita da una serie di azioni finalizzate. Quasi mai l'emarginatore è cosciente di esserlo. L'emarginazione  non è una azione diretta, l'emarginazione è una cosa che NON si fa, essa avviene. Avviene ogni volta che scegliamo una compagnia invece che un'altra. Avviene ogni volta che ci diciamo "ma chi te lo fa fare" davanti ad un problema altrui. Avviene ogni volta che davanti ad una difficoltà sociale, cerchiamo una soluzione personale lasciando nei guai chi non è in grado di trovarla.

     E' il sommarsi delle mancate azioni altrui e nostre a costituire il fenomeno dell'emarginazione.

     capita ad ognuno di avere un incidente od una malattia improvvisi e di fare un periodo di ospedale o a letto. ci troviamo subito in una dimensione diversa, rimangono sospese un sacco di cose assolutamente urgenti, ed il mondo ci crolla addosso.

     Poi ci tranquillizziamo, piano piano scema anche l’ansietà per il nostro stato, vediamo che altri hanno già vissuto la medesima esperienza, e ci adagiamo nella calma ovattata dei luoghi di cura o della camera. Poi, scopriamo persino i vantaggi della situazione. Possiamo pensare con calma, le ansie professionali ed esistenziali le lasciamo agli altri, vediamo amici in visita che altrimenti non avremo visto, e tutti sono molto più comprensivi e disponibili del solito.

     Questo per i primi due mesi.

     Poi se non ci sbrighiamo a guarire, scopriamo che stiamo diventando monotoni e pesanti, scopriamo che i sorrisi delle visite sempre più rade sono stereotipati, scopriamo che gli altri hanno altro da fare.

     A questo punto i rapporti con gli altri seguono le vie del commercio. Se abbiamo qualcosa da dare, riceviamo visite ed attenzioni, se non abbiamo niente da dare, diveniamo ipso facto antipatici, scorretti, ed egoisti.

     chi ha del denaro, scopre che le attenzioni si devono pagare tangentemente come le attenzioni di una prostituta, chi denaro non ne ha, può compatibilmente con il suo stato tenere i seguenti comportamenti:

a) - Fare la vittima. continuare a piangere sulla sua situazione e raccogliere così aiuti occasionali dalle persone che riesce ad impietosire, o gli aiuti bacati delle persone che per sentirsi valide devono rapportarsi a degli esseri che possano giudicare inferiori, e divenire quindi inferiore egli stesso;

b) - Prostituirsi. Ascoltare ed approvare ogni discorso gli venga fatto, dare ragione a tutti, essere più religioso dei religiosi, più ateo degli atei, e più realista del re, col risultato di trovarsi abbandonato lo stesso, poiché‚ la festa si fa per il figliol prodigo tornato, e non per quello che è rimasto;

c) - Essere "IL BUONO". Ascoltare tutti, consolare gli altri dei loro problemi anche se risibili rispetto ai propri, e dispensare consigli di saggezza invece di chiederli. Se ce la fa vive una vita ricca di contatti umani, e con molta stima da parte degli altri. Se non ce la fa, come avviene necessariamente in uno stato di bisogno duraturo, viene spogliato di tutto quanto può dare e abbandonato;

d) - Staccarsi emotivamente dai propri problemi. considerare spassionatamente la società degli uomini e gli uomini stessi; capire che tutti hanno problemi, analizzare i propri problemi per studiarne delle vie di uscita dignitose per se e per gli altri. Questo comporta la disapprovazione di chi vede il malato in altri modi, comporta il non poter attingere quasi mai da esperienze altrui, porta a cozzare contro i costumi automaticamente emarginanti, porta anche ad un inevitabile scontro con le forme di assistenzialismo e di caritatevolezza correnti, imposte e pilotate da chi guadagna da sempre dalle difficoltà altrui. Ma se ce la fa, mitiga i danni che accompagnano la propria malattia, migliora sé stesso, spende meno energie e spreca meno denaro, collabora almeno con quelle poche persone che intendono vivere nella dignità, costruisce assieme a loro ciò che serve per vivere insieme e nonostante i guai, e toglie carne dagli artigli di coloro che vivono del sangue altrui dichiarando di aiutarli.


 


Rapporti fra il medico, l'ammalato e l'istituzione.

 

     Sono normalmente buoni. Anche fra la classe medica troviamo i cialtroni ma solo un pò di più che in altri ambienti. Fra i maggiori difetti da parte medica il più diffuso è quello di lesinare il tempo da dedicare al paziente ed una tendenza a somministrare farmaci, piuttosto che visitare, ascoltare, e suggerire ai pazienti come prevenire, combattere o anche convivere con i propri guai. Da parte dell'ammalato troviamo la tendenza ad adattare la descrizione dei propri sintomi alla malattia che presume di avere, trascurando magari qualche difetto nel comportamento, ma più frequentemente l'ammalato non segue le prescrizioni terapeutiche aumentando o diminuendo a propria discrezione i farmaci prescritti, se non addirittura inventandosi delle terapie.

     Ma il discorso cambia profondamente se il rapporto medico-paziente avviene all'interno delle istituzioni. Il medico ospedaliero non è quasi mai medico di pazienti, ma è medico delle malattie. I medici non vedono il signor Bertolini afflitto da ernia, o la signora Tondi sofferente di colite, i medici vedono l'ernia del 37 (letto 37) e la colite del 22. "Del" 22 perché‚ 22 è il letto, ed il letto è genere maschile e non perché‚ chi è afflitto da colite sia maschio.

     All'entrata delle cliniche si diventa improvvisamente dei numeri, il paziente non ha più diritti civili o costituzionali, non può chiedere, non può sapere, per legge non ha diritto neanche a vedere la propria cartella clinica. All'accettazione gli viene chiesto il numero di telefono per avvisare qualcuno in caso di morte, e se gia ha la disgrazia di vivere da solo, viene anche rimproverato se non si spiccia a fornire un altro numero telefonico di amici o di chicchessia, ma la casellina "DEVE" essere riempita:

     Il primo compito del medico ospedaliero è quello di stabilire il tipo di malattia o l'organo colpito, dopodiché il paziente viene inesorabilmente introdotto in una immodificabile catena di lavorazioni pre programmate per quel tipo di inconveniente, durante il processo esecutivo che può durare anche settimane non ha nessuna possibilità di influire sulle procedure, ed alle sue domande si sentirà invariabilmente rispondere da chiunque "stia calmo", "dobbiamo vedere", "aspettiamo gli esami". Anche se ha dovuto troncare improvvisamente i rapporti con l'esterno ed è angosciato per il trascorrere di scadenze, non ha diritto né a sapere né a poter fare programmi, deve solamente assistere passivamente a ciò che gli sta capitando. Questo se la sua patologia rientra in quelle conosciute e trattate in quella clinica.

     Ma se la malattia è poco conosciuta, o si manifesta in modo anomalo, o non è conosciuta affatto, si trova completamente nei guai. Non si tenta mai di analizzare i sintomi. O i sintomi e gli esami coincidono con malattie conosciute, o il paziente viene trattato da bugiardo. Il suo destino sarà uno dei seguenti:

1.Essere curato per un altro male;

2.Essere dimesso per ipocondria (bugiardo);

3.Essere classificato psicopatico, e cioè deriso e mazziato.

    Avrei mille cose e fatti da dire in proposito, vista la mia lunga permanenza in molti ospedali in più nazioni, ma anche quì preferisco procedere con la cura della malattia medico-paziente invece che inveire come sarebbe necessario. Riporto quindi una mia lettera per umanizzare la degenza ospedaliera.


 

 


                  Umanizziamo la sofferenza

     L'essere umano trascorre la maggior parte della sua vita all'esterno delle strutture ospedaliere, ed è quindi totalmente responsabile della gestione del proprio corpo. Tocca quindi a lui evitare ciò che lo potrebbe danneggiare, come pure provvedere a quegli atti, fisici od alimentari per la propria efficienza.

     Tutta la cultura moderna tende ad aiutarlo in questo compito, mettendogli a disposizione le informazioni ed i mezzi per eseguirlo.

     Ne risulta che più l'individuo cura il proprio corpo, meno ricorrerà a terapie mediche, e se necessarie, queste saranno più efficaci e più rapide, con vantaggio sia personale, sia per la società.

     Invece nelle strutture ospedaliere il paziente diventa automaticamente incapace di intendere e di volere. Può anche trattarsi di un premio Nobel, viene considerato un'idiota pericoloso per la propria incolumità personale

     c'è da chiedersi seriamente, cosa contribuisca a conservare questa mentalità medioevale ed antiscientifica, c'è da chiedersi per chi sia vantaggiosa la mancanza di informazione e di collaborazione da parte medica, che il paziente si trova costretto a subire.

     Mi riferisco quì al divieto per il paziente di vedere le proprie personali cartelle cliniche, e di sapere cosa gli stanno facendo, cercando, o iniettando nelle vene. ciò diventa stupido e sopraffattivo, visto che il medico pretende dal paziente la corresponsabilità, ogni volta che lui lo voglia. Facendogli porre la firma sotto a dei documenti, in cui dichiara di assumersi la piena responsabilità delle eventuali conseguenze degli interventi a cui verrà sottoposto, e per capire i quali gli ha volontariamente sottratto i mezzi.

     E' necessario che il paziente possa conoscere tutti gli atti che lo riguardano, cartelle cliniche comprese; è necessario che sappia ciò che gli si Stà facendo; è necessario che sia aiutato a superare il disagio di essere malato.

     La nota del disagio in ambiente ospedaliero è tristemente nota da chiunque non medico vi sia incorso. Gli ospedali sono degli ambienti che sembra non siano stati sfiorati dal processo di evoluzione democratica delle società moderne, sono diretti unicamente da medici, ed i pazienti come il personale non hanno alcuna voce in capitolo.    

     Tutti noi viviamo in un ambiente ricchissimo di contatti e di informazioni, ne siamo impregnati, ed anche al ritorno dalle ferie guardiamo subito la posta e telefoniamo ai nostri amici e parenti. Tutto questo è negato all'ammalato. L'ammalato non può ricevere telefonate, e deve sfogare le sue angosce ad ore fisse in una babele di visitatori, che seppur desiderati l'ingolfano di comportamenti ritualizzati e banalizzati dalla promiscuità obbligata.

     Il medico si opporrà sempre a dei cambiamenti per rendere più umana la degenza ospedaliera dei pazienti, perché‚ lui se paziente dispone in ogni modo di un trattamento privilegiato con camera singola e trattamento mafiosamente cameratesco dai colleghi terapeuti. Ed affermerà sempre di farlo nell'esclusivo interesse dei pazienti.

     Per i pazienti che vivono da soli, o che la malattia ha isolato nella società è ancora peggio, oltre che essere espropriati della propria persona, e non avere con chi comunicare, vengono spesso rimproverati dai medici per l'assenza di parenti a cui possano scaricare la responsabilità di interventi o metodi diagnostici a rischio con la solita firma liberatoria. E per le incombenze personali esterne non hanno diritto di rientrare in possesso del proprio corpo neanche per un'ora, non hanno cioè il diritto di chiedere un "permesso di uscita", devono dimettersi e farsi successivamente ricoverare nuovamente.

     Tutto ciò è molto protettivo per il medico.

     E' necessario che il paziente possa ricevere e fare telefonate dal letto dato che non sempre può alzarsi, è necessario eliminare l'orario delle visite per permettere a chi lavora di visitare i propri cari e mantenere l’unità della famiglia,  necessario chi non ha famiglia possa uscire per le proprie necessità.    

     Un discorso particolare va fatto per quei pazienti che per la loro sensibilità e cultura siano in grado di collaborare attivamente con i sanitari, questo non è assolutamente contemplato dagli attuali regolamenti ed è inoltre aborrito da quasi tutti i medici. ciononostante i pazienti attenti, colti e sensibili esistono, e possono collaborare proficuamente aprendo nuovi orizzonti, apportando esperienza ed attenzione con vantaggio personale e per la ricerca. L'ospedale deve avere una biblioteca medico-scientifica, per permettere al paziente preparato l'accesso alle informazioni utili ad approfondire le sue conoscenze, a qualsiasi livello esse siano.

     Per arrivare ad un simile livello qualitativo della degenza ospedaliera, occorre superare la concezione caritativa dell'assistenza sanitaria, il medico è pagato per svolgere una funzione pubblica, e nessuno gli deve più riconoscenza, di quanta se ne deva ad un altro pubblico funzionario.

     L'ospedale esiste per i malati. Ogni azione benefica per chi è colpito da cattiva sorte, faciliterà a lui le cure, e di conseguenza accelererà la ripresa con vantaggio economico per la società.

     Attualmente il malato è trattato come un colpevole, questo è un retaggio di quando gli ospedali erano gestiti da ordini religiosi, e la sua malattia era vista come una giusta punizione divina per i suoi peccati.

     Il malato abbisogna:

di conoscere tutto quanto gli viene fatto;

di vedere tutti i documenti che lo riguardano;

di continuare la sua vita di relazione;

di telefonare dal letto;

di uscire per incombenze;

di collaborare attivamente con i medici.

 

     Se ciò vi sembra irrealizzabile, ricordate che anche per gli schiavisti il negro non era in grado di pensare a se stesso.

     Siamo malati, siamo come voi, ed anche voi potreste fare quest'esperienza. Nel vostro stesso interesse, aiutatevi aiutandoci.

 

NATALE MARZARI  7 NOVEMBRE 1984


 


Diete

 

     che il cibo svolga un'importante funzione per il mantenimento dell'organismo è una affermazione banale, basta non mangiare per un pò ed i risultati non mancheranno.

     Anche che il tipo di cibo influenza lo stato di benessere è facile da capire. Ma fino alle moderne conoscenze che ci provengono dalla biochimica, per l'alimentazione ci si lasciava guidare quasi esclusivamente dalla tradizione. I gusti degli altri erano sempre riprovevoli, e le preferenze alimentari degli altri popoli davano sempre lo spunto per maldicenze e derisioni.

     Se analizziamo gli alimenti dei diversi popoli della terra, notiamo che sono solitamenta molto equilibrati e che rappresentano il miglior equilibrio fra le risorse ambientali e le esigenze alimentari.

    I popoli mediterranei mangiavano pane, cipolle, cavoli e pesce; i popoli dell'Europa settentrionale mangiavano carne e cavoli acidi, ricchi di vitamina c; i nordamericani basavano la loro dieta su un equilibrato uso di fagioli, mais, e carne; i sudamericani con la patata i fagioli ed il pomodoro; gli africani mangiavano miglio e carne; gli asiatici riso e carne di maiale.

            Quelle popolazioni, che si alimentavano con diete povere o squilibrate, non erano in grado di sviluppare delle civiltà come chi aveva la possibilità di nutrirsi in modo più completo, Un esempio eclatante lo troviamo in Africa osservando lo sviluppo corporeo ottimo per le popolazioni dedite alla pastorizia, dai masai ad est ai watussi ad ovest, e più ridotto per i popoli non consumatori del latte bantu`, boscimani, pigmei ecc.

     Gli scambi fra i vari popoli diffusero su tutta la terra i vari tipi di alimentazione, superando ogni tipo di resistenza e di conservatorismo in materia di cibo. colmarono molte carenze alimentari, ed inevitabilmente aumentarono la consistenza delle popolazioni, facendo dipendere la fame da carenze quantitative invece che da carenze qualitative come da sempre succedeva.

     La limitazione alimentare porta a cibarsi con quelle risorse più disponibili e da quì l'insorgere di malattie a carattere epidemico da carenze di minerali e più comunemente di vitamine (pellagra, gozzo, beriberi ecc.).

     Fortunatamente le nostre conoscenze in campo alimentare crescevano, e venivano diffusi i concetti di una corretta igiene alimentare. ci nutriamo così con cibi sempre più adatti e variegati, abbiamo solo conservato la tendenza a mangiare ancora un pò troppo.

     La lacuna dovrebbe in teoria venire colmata dai dietisti, ma in questo campo tutti ci mettono il naso, portando ognuno i propri pregiudizi. così capita che scordandoci del motivo per cui i nostri antenati avevano eliminato la crusca dalla loro alimentazione, qualcuno più furbo degli altri, ne decanti le caratteristiche e scambi per vantaggiosa la presenza dei fattori antinutrizionali presenti nella crusca, e per i quali l'organismo si affretta ad espellerla. La crusca non causa danni ad un individuo sano e adulto, ma non è consigliabile ai bambini, ai convalescenti, ai malati, alle gestanti ed agli anziani.

     Noi mediterranei abbiamo la sana abitudine di bere solo un caffè al mattino e di digiunare fino a pranzo. La caffeina stimola la rimozione e l'uso dei grassi depositati, ed il modesto digiuno disintossica quotidianamente un pò. Ebbene ci credereste, tutti tendono a combattere questa bellissima abitudine ed a sostituirla con un'abbondantissima colazione all'inglese, con il conseguente obbligo di fare ginnastiche e diete dimagranti per mantenere efficienza faticosamente perduta. Parallelamente nei paesi anglosassoni si insegna a pagamento la dieta mediterranea.

     Ma la confusione raggiunge il massimo quando si vuole descrivere l'aspetto dell'individuo ideale. E si creano quelle micidiali tabelle dei pesi "normali".

      Senza conoscere i costituenti del cibo, si mangia male.    

      Senza conoscere la costituzione del corpo umano, si consiglia peggio.   

     A parte il concetto che l'organismo umano si modifica con il passare del tempo, e che l'alternativa è: Accettare o spendere. Il corpo umano assume una forma che è l'equilibrio di due fattori misconosciuti ai più: La trofia cellulare, e la plasia cellulare.

     Il termine "Trofia cellulare" indica la dimensione delle cellule ed in special modo di quelle adipose. la trofia cellulare, ha una relativa predisposizione ereditaria, ed  l'unico parametro modificabile con la dieta.

     con il termine "Plasia cellulare" si intende il numero delle cellule dell'organismo. La plasia cellulare ha una forte componente ereditaria, ed  modificabile rispetto alla predisposizione genetica, solo durante l'accrescimento corporeo, nel senso che una nutrizione eccessiva aumenta definitivamente il numero della cellule, ed un’alimentazione carente lo riduce quasi irrimediabilmente. Questo parametro non  è modificabile in seguito con la dieta, senza pericolo di danni organici gravi.

   Le conseguenze dell'interazione fra trofia cellulare e plasia cellulare sono riportate nella figura 6.

 

 

 

Figura 6

 

ipotrofia

dimensione delle cellule

 

mediotrofia

dimensione delle cellule

 

ipertrofia

dimensione delle cellule

 

Ipoplasia

numero delle cellule

 

medioplasia

numero delle cellule

 

iperplasia

numero delle cellule

 

 


 


Tipi di malattie.

 

     Le malattie si possono classificare in tre grandi gruppi:

-Le malattie da agenti patogeni, e cioè le malattie generate da parassiti;

-Le malattie da ambiente, e cioè dovute alle sfavorevoli condizioni ambientali;

-Le malattie somatiche, e cioè conseguenti ad una caratteristica negativa dell'organismo stesso.

     Niente vieta naturalmente che questi fattori siano contemporaneamente presenti, ed anzi la presenza di un'affezione indebolisce l'organismo rendendolo più sensibile ad altre concause.

     Facciamo un tipico esempio: Uno svedese con una colorazione chiara è perfettamente adattato al pallido sole del nord, cosi come un nero  perfettamente adattato al sole africano, se però lo svedese si trasferisce in Africa, la combinazione della forte insolazione (fattore ambientale) e della carnagione pallida (fattore somatico) gli causeranno sicuramente dei guai, che potranno andare dalle semplici scottature, a lesioni più gravi, ma anche il nero che si sposti al nord avrà delle conseguenze, poiché‚ la cute scura gli impedirà di produrre un ottimale livello di vitamina D, con un livello di insolazione troppo debole.

     Il fatto che un'affezione indebolisca l'organismo rendendolo meno resistente e facilitando così l'insorgere di altri mali, viene facilmente compreso. Ma lo stretto rapporto fra la malattia e le condizioni ambientali, non viene quasi mai percepito. Spessissimo quindi la condizione ambientale viene sottintesa o sottovalutata. In ogni ambiente malsano esistono individui che non ne risentono, e ciò sposta l'attenzione di chi osserva dalla vera causa (il rapporto fra le debolezze organiche di qualsiasi tipo e l'ambiente) concentrandolo sugli individui colpiti dal male.

     Viceversa quei fattori ambientali, che provocano unicamente l’acuirsi dei sintomi, vengono quasi sempre scambiati come provocatori della malattia. Due tipici esempi sono i casi dell'asma e dei reumatismi.

     credo pensiate anche voi che l’umidità… provoca i reumatismi.

     Ebbene non è vero, i reumatismi sono una malattia autoimmunitaria, provocata cioè dall'aggressione all'organismo da parte delle difese che lo dovrebbero proteggere, e l’umidità provoca unicamente l'aumento dei sintomi

Anche il meccanismo dell'asma è molto simile, le difese per combattere il colera possono scattare per della polvere innocua e causare l'asma. Ed un meccanismo simile è pure quello dell’herpes (quelle fastidiose pustolette che si formano talvolta sulle labbra), l’herpes è anch’esso una malattia presente, ma il suo riacutizzarsi è dovuto all'indebolimento organico solitamente conseguente ad altre concause interne.


 


 Le malattie da agenti patogeni.

 

     Inizieremo con l'analizzare le malattie da agenti patogeni, esse sono le più conosciute, e rappresentano il campo in cui la medicina ha fatto i più ampi progressi.

     Gli agenti patogeni visibili ad occhio nudo sono conosciuti fin dal passato più remoto, ed alcune misure igieniche ed alimentari si trovano inserite in tutte le forme di religione.

     Queste misure riguardano sia la lotta a parassiti esterni e visibili, sia a parassiti presenti nelle acque come nelle carni di alcuni animali domestici.

     Però la maggior parte delle affezioni epidemiche dell’antichità non trovavano una spiegazione evidente, e davano origine perciò ad una grande quantità di superstizioni.

     La scabbia per esempio, una malattia della pelle dovuta ad un acaro quasi invisibile ad occhio nudo, veniva quasi sempre considerata una manifestazione della lebbra. E la lebbra stessa veniva considerata una punizione divina per le colpe commesse.

    Anche le grandi epidemie conseguenti agli spostamenti degli eserciti, con i loro contagi facilitati dagli indebolimenti per la malnutrizione, venivano considerate punizioni divine. E quelle malattie che colpivano ampi strati della popolazione in zone estese ma delimitate, come ad esempio la malaria, venivano imputate a delle sfavorevoli congiunzioni astrali, che corrompevano l'aria e la rendevano insalubre (mala aria = malaria).

     Fu la lue (sifilide), una malattia apparentemente importata dalle americhe, ma più probabilmente importata dagli esploratori portoghesi dal golfo di Guinea, che con la sua sconcertante somiglianza con una malattia ben conosciuta nell’antichità (il mal francioso), causò delle grandi discussioni, dando così inizio a studi ed alla sperimentazione di farmaci al posto delle preghiere di espiazione.

     Risalgono ad allora i primi impieghi a larga scala dei composti mercuriali e dei distillati alcolici, sostanze inventate  dagli arabi, e da loro empiricamente impiegate per alcune affezioni cutanee.

     Protagonista del grande balzo in avanti fu Gerolamo Fracastoro un veronese dell'inizio 1500, Fracastoro fu allievo di Pietro Pomponazzi un nemico convinto delle idee preconcette e dei rigidi schematismi di origine religiosa. Fracastoro intuì l'esistenza di veicoli infettivi viventi e trasmissibili, basandosi esclusivamente sull'osservazione e la catalogazione dei fenomeni di contagio.

     Un secolo e mezzo più tardi, l'olandese Anton van Leeuwenhoec vide con i suoi microscopi degli animaletti del tutto invisibili ad occhio nudo.

     Trascorse ancora un secolo di discussioni fra sperimentatori e dogmatici, e nella seconda metà… del 1700 la diatriba venne definitivamente chiusa da un emiliano Lazzaro Spallanzani, un ex prete instancabile ricercatore, il quale riuscì a dimostrare, che ogni organismo vivente Š generato da altri organismi uguali a lui, e che questo valeva sia per gli animali di grande taglia, sia per quei "bacherozzoletti" visibili solo al microscopio, e cioè i microbi.

     Tramontò così definitivamente la credenza, che i parassiti fossero generati dalla corruzione degli umori organici, e si capì, che proprio questi parassiti causavano la malattia.

     La grande svolta, una delle più grandi scoperte della medicina, venne effettuata da un medico di campagna un inglese del Gloucestershire, Edward Jenner. Jenner impotente come tutti gli altri davanti alle ricorrenti epidemie di vaiolo, si mise a cercare di capire come mai alcuni individui non si ammalavano, non disdegnando, come ancora oggi i medici fanno, di ascoltare le esperienze sia dei colpiti, sia degli individui indenni.

     Jenner, osservando lo strano comportamento delle contadine turche, le quali facilitavano il contagio dei loro bambini col vaiolo delle mucche, col risultato che i loro bambini rimanevano immunizzati dal vaiolo umano, condusse con grande rigore scientifico degli esperimenti, provocando prima l'infezione vaccina, e dopo 55 giorni l'infezione del vaiolo umano, constatando con comprensibile gioia l'avvenuta immunizzazione contro il terribile male.

                        Era nata l'omeopatia, ma ne riparleremo............no

     Louis Pasteur identificò vari organismi microscopici responsabili di malattie ed indicò i modi di distruggerli o di impedirne il contagio, dando un grande contributo allo sviluppo delle misure igieniche sia corporee che ambientali, la pastorizzazione è nota universalmente, ed inventando fra l'altro l'unica terapia contro la rabbia.

     Joseph Lister introdusse il concetto dell'eliminazione dei microrganismi dalle ferite e dagli ambienti ospedalieri, inventando cioè la sterilizzazione, un procedimento senza il quale non disporremmo della moderna chirurgia, e di parti sicuri per il bambino come per la madre.

     G.B. Grassi e Ronald Ross svelarono il millenario mistero della malaria, identificando nelle zanzare la responsabilità, della diffusione del germe della malaria.

     Robert Koch identificò i bacilli responsabili della tubercolosi e del colera. Fritz Schaudin identificò la spirocheta causa della lue (sifilide).

     In questo secolo vennero condotte infinite ricerche, per scoprire delle sostanze capaci di combattere le infezioni, e la scoperta più promettente fu quella dei sulfamidici. Delle sostanze antibatteriche derivate dagli studi sull'anilina da parte di Gerhard Domagk.

     Tutte queste meravigliose scoperte vennero però surclassate in un colpo dalla scoperta di Alexander Fleming, questi microrganismi si potevano combattere anche dopo l'avvenuta infezione, usando il prodotto di altri microrganismi: Le muffe. Erano stati  scoperti gli antibiotici. 

     Dal primo antibiotico identificato, la penicillina, se ne scoprirono moltissimi altri, e milioni di uomini vennero risuscitati dalle sofferenze, e guariti da malattie, che per secoli ne avevano fatto strage. Avvenne anche, che molti medici di bassa cultura intendessero gli antibiotici come un mezzo assoluto, e se ne abusassero, arrivando a creare così dei batteri resistenti agli antibiotici. Ma gli inconvenienti causati da questi comportamenti hanno infine portato ad un uso più equilibrato di questi potentissimi farmaci.

     Albert Sabin fece scomparire un'altra grave malattia, applicando il metodo di Jenner contro la poliomielite, trovando cioè un vaccino.

    Negli anni settanta gli sforzi congiunti degli scienziati di tutto il mondo vincevano la prima battaglia mondiale contro una malattia, eliminavano il vaiolo dalla faccia della terra. Ora gli sforzi sono congiunti per l'eliminazione del morbo di Buerkitt, un cancro della mascella causato da un virus (un retrovirus) e che colpisce la fascia equatoriale dell'Africa ed il meridione della cina, provocando moltissime sofferenze e morti, specie nella fascia di età preadolescenziale.

     Nel complesso per quanto riguarda le malattie da agenti patogeni possiamo essere abbastanza soddisfatti degli esiti delle innumerevoli battaglie per sconfiggerle. Rimangono ancora da combattere alcuni parassiti dei luoghi caldoumidi fra cui i più difficili sono i tripanosomi, perché‚ questi parassiti si modificano ogni poche generazioni per adattarsi all'ambiente e sono quindi i più abili a schivare i nostri mezzi offensivi. cito in Africa, la filaria e la bilharzosi.


 


Aspetti degli agenti patogeni

 

     Gli agenti patogeni ovvero i parassiti (coloro che ci mangiano) si dividono in categorie:

1. quelli visibili  ad occhio nudo, (dai leoni ai vermi  infantili);

2. quelli visibili al microscopio, (sporozoi, batteri, funghi ecc.);

3. quelli  più piccoli ancora visibili solo con speciali tecniche (virus, viroidi, trasposoni, plasmidi, prioni).

     I parassiti visibili sono quelli più facili da scoprire e quindi anche da combattere, nei paesi progrediti sono praticamente scomparsi, e per ora la maggior fonte di parassiti sono le zone non disinfestate dei paesi poveri. In ogni modo il problema dei parassiti visibili è duplice, perché‚ oltre che colpirci direttamente possono trasmetterci altri tipi di infezione batterica o virale.

     Proprio perché‚ questi parassiti sono conosciuti da secoli, la medicina è ad un ottimo livello nella lotta contro di essi, possiamo quindi affidarci senz'altro alle cure sanitarie, avendo solamente cura di muoverci ai primi sintomi per facilitare il compito del medico. Le uniche parassitosi che possono ancora preoccupare, sono quelle di alcune larve dei paesi tropicali, che provocano danni sia con cisti in organi importanti sia con le uova, che accumulandosi nell'organismo ostacolando il flusso sanguigno.

     Ecco un elenco delle malattie da parassiti e loro diffusione attuale:

 

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Tabella delle più  diffuse malattie da parassiti.

 

Nome

colpiti

in milioni

Luoghi

Agente

 

Anchilostomiasi e Necator

400

cosmopolite

vermi

Ascaris lumbricoide

1200

cosmopolita

verme

Schistosomiasi

200

Africa

verme

Filaria

300

Africa

verme

Tripanosomiasi

8

Africa

tripanosoma

Malaria

10

cosmopolita

tripanosoma

          

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I parassiti microscopici possono appartenere sia al regno animale (sporozoi), sia al regno vegetale (batteri), sia ai funghi (miceti).

            Le infezioni da sporozoi presentano le maggiori difficoltà nella cura, poiché‚ appartenendo questi al regno animale, le loro funzioni biologiche sono simili alle nostre, e quindi le sostanze che li danneggerebbero sono dannose anche per noi, ed inoltre gli sporozoi si adattano in poco tempo all'ambiente da loro parassitato modificandosi, e rendendo vane sia le difese naturali che gli interventi medici. Esempi sono la malaria, la malattia del sonno (tripanosomiasi).  E' necessario anche qui ricorrere rapidamente alle cure mediche.

            Per le infezioni da batteri disponiamo di una vasta gamma di antibiotici, ricordiamoci però, che ospitiamo dei batteri amici e collaboratori e che purtroppo anche questi vengono danneggiati dalle terapie, quindi si agli antibiotici ma con discernimento e prudenza.

            Le infezioni da funghi (micosi) si trattano con antimicotici con ottimo successo, anche qui intervenire subito.

     I virus si dividono in veloci e lenti, fra i veloci conosciamo quelli della poliomielite, del vaiolo, del morbillo, della varicella, della rabbia ecc., sono malattie non curabili con interventi diretti, e possiamo ricorrere solo alla vaccinazione preventiva, la quale non è mai priva di pericoli o addirittura di conseguenze, statisticamente circa un vaccinato su mille riporta conseguenze irreversibili dalla vaccinazione. I virus lenti sono ancora poco conosciuti e si sospetta siano responsabili di molte malattie la cui origine è ancora sconosciuta ma che causano grandi sofferenze ed invalidità.

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Tabella delle malattie di origine virale

 

     Malattie di accertata origine virale:

 

 

creutzfeldt-Jacob

Kuru (prioni)

                  

     Malattie ad origine virale parzialmente dimostrata:

 

 

Linfoma di Burkitt

carcinoma del collo dell'utero

Leucemie

Lupus eritematoso

Sclerosi multipla

Leucoencefalopatia multifolicolare

Panencefalite sclerosante sub-acuta

 

 

Malattie a sospetta origine virale:

 

Diabete

Glomerulonefrite

Anemie emolitiche

colite ulcero-emorragica

Lebbra

Neurite del nervo ottico

Morbo di Parkinson

Psoriasi

Artrite reumatoide

 

 

 

Queste ultime malattie sono una esagerata risposta del sistema difensivo dell'organismo alla presenza non massiccia di agenti virali, è bene quindi che chi ne sia affetto non si sottoponga a vaccinazioni od a choc fisici od alimentari, per non sollecitare il sistema difensivo.

     ci sono ancora da citare altri agenti come i viroidi, i trasposoni, i plasmidi ed i prioni, i quali provocano mutazioni dimostrate in vegetali e culture di laboratorio, ma che solo ora si inizia a studiare. I risultati degli ultimi studi indicano che alcune malattie di origine ignota o di sospetta origine virale sono causate da alcuni degli agenti più piccoli dei virus.

     Il sistema immunitario è composto da cellule difensive, in grado di moltiplicarsi rapidamente quando necessario, e di cellule che controllano le prime e le eliminano quando non servono più.    

            Il recente e diffuso interesse per un'infezione virale del sistema immunitario la SIDA o AIDS porterà… sicuramente ad una maggior comprensione del sistema immunitario stesso, ed il chiarimento delle conseguenze della distruzione di cellule difensive (aids), chiarirà anche le conseguenze della distruzione delle cellule che le tengono sotto controllo.

     Fino agli anni settanta si disponeva di due medicinali per limitare queste malattie: L'acido acetil-salicilico (aspirina) poco efficace, ed il cortisone con troppi effetti collaterali. I premi Nobel per la medicina del 1980 hanno chiarito i meccanismi di azione degli immunodepressori, ed ora si stanno realizzando dei farmaci sempre più mirati, più efficaci e con minori effetti collaterali.


 


Malattie da ambiente sfavorevole

 

     In natura non esistono quasi malattie causate dall'ambiente,  poiché‚ la selezione modifica la popolazione, adattandola all'ambiente stesso. Esistono sempre però delle sofferenze stagionali come troppa acqua o la siccità, troppo freddo o troppo caldo.

Quelle che erroneamente continuiamo a chiamare differenze razziali, non sono nient’altro, che le caratteristiche visibili delle modificazioni somatiche (corporee) provocate dal permanere di un determinato gruppo etnico in un dato ambiente.

     La melanina un colorante naturale della pelle cresce in quelle popolazioni esposte ai raggi solari intensi, ed abbiamo così popolazioni con tutte le gradazioni di colore cutaneo: dal bianco nordico, al bruno tropicale, al nero equatoriale. In America non ci sono popolazioni originali di colore nero, poiché quelle popolazioni derivano da ceppi mongoli  asiatici migrate attraverso lo stretto di Bering circa 30.000 anni or sono,  e sono arrivate in America da troppo poco tempo per vedere gli effetti della selezione, in ogni modo possiamo osservare che le popolazioni originarie del centro America, sono di carnagione più scura delle popolazioni originarie di latitudini più elevate.

     La statura si seleziona in altezza per i popoli dediti alla pastorizia (nordici e sahel) ed in minutezza per i popoli dei boschi (boscimani e pigmei), esistono anche delle popolazioni numericamente limitate che vivendo in ambiente acquatico e spostandosi prevalentemente in canoa hanno selezionato una maggior dimensione delle braccia rispetto alle gambe (Indonesia e amazzonia).

     Altre caratteristiche pur interessanti non sono così appariscenti, come ad esempio un maggior numero di globuli rossi nelle popolazioni d'alta quota delle Ande e dell'Immalaia.

     comunque fino al secolo scorso le malattie da ambiente rientravano in pochi gruppi: da caldo, da freddo, da fame e da carenza di elementi chimici, come il sale e lo iodio, o vitaminici. Da un paio di secoli invece è aumentato notevolmente il numero di ambienti artificiali, e questi ambienti, mentre proteggono dagli agenti atmosferici e climatici, presentano quasi sempre degli squilibri con mancanza di caratteristiche necessarie o l'eccesso di elementi nocivi.

     Il rachitismo, uno sviluppo irregolare delle ossa dovuto ad un'insufficiente esposizione ai raggi solari, fu una delle prime  malattie indotte dall'ambiente scoperte, anche se occorsero decenni di sofferenze dei colpiti e di discussioni mediche, per distinguerla dalle innumerevoli malattie del popolo, conseguenti alla povertà ed allo sfruttamento da parte dei più ricchi. Si trattava di una malattia carenziale ora sconfitta, ma con il procedere dell'industrializzazione e con il prevalere del concetto della quantità alla qualità e con l'anteposizione della produzione al valore della vita umana, furono gli incidenti sul lavoro e le intossicazioni le maggiori fonti di morbilità. Ora per fortuna a seguito della presa di coscienza dei lavoratori e delle loro lotte gli ambienti di lavoro sono più a misura d'uomo.

     Ora si muore di più per incidenti domestici, che per incidenti professionali. L'enorme aumento della complessità tecnologica delle case moderne non ha ancora "filtrato" i vari dispositivi, e mentre si parla continuamente di inquinamenti e di diete rivitalizzanti, continuiamo a folgorarci con l’elettricità ed a spiaccicarci con il nostro giocattolo preferito l'automobile.

     Sessanta anni fa, al momento della diffusione dell’elettricità, a causa dell'elevato costo del rame si scelse come tensione di alimentazione il livello di 220 Volt. Ma questa tensione, se andava bene allora per pochi e selezionati clienti, è pericolosissima ora per la grande diffusione raggiunta dagli impianti elettrici. Portando invece la tensione elettrica a 110 Volt con centro a terra si risparmierebbero 4.000 vite umane all'anno solo in Italia, e questo praticamente senza, spesa visto che gli impianti elettrici attualmente esistenti non supererebbero che in infima percentuale un collaudo alle norme di sicurezza a livello europeo, e sono quindi da rifare in ogni modo.

     Per prevenire gli incidenti automobilistici purtroppo a nulla valgono le utopistiche "auto di sicurezza", in questa fase dell'evoluzione della società viviamo ancora nell'epoca della competizione, questa situazione non è destinata a durare indefinitamente, e le cose miglioreranno quando la cultura sarà meno competitiva, e verrà privilegiata la qualità delle cose invece della quantità, quando non sarà necessario ubriacarsi per non sentire il disagio della competizione continua, quando anche i bambini, i disabili e gli anziani saranno considerati persone. Per ora le maggiori cause di incidenti sono due: la sproporzione fra la potenza dei mezzi meccanici, e la capacità di dominarla di chi li usa, specie se giovani, inesperti o ubriachi. E la tendenza a fare tutti le stesse cose in fretta e contemporaneamente (T.I.R., ferie ecc.).

     L’impossibilità di constatare con i propri sensi le sofisticazioni alimentari le fanno spesso diventare motivo di campagne giornalistiche, le sofisticazioni esistono senz'altro ma non si è mai mangiato così bene come ora in nessun luogo ed in nessun tempo. Si soffre di più per una scorretta autoregolamentazione dell'alimentazione che per fattori influenti esternamente.

     Sempre dello stesso tenore sensazionalistico ed inutilmente turbativi nelle analisi complessive sono le campagne contro le radiazioni nucleari, non conosciamo a che livello smettono di far bene (sono usate da secoli contro molte malattie respiratorie e del ricambio) e quando iniziano a danneggiare, ma continuiamo a parlarne ed intanto continuiamo a danneggiarci volontariamente fumando e bevendo superalcolici.

     Ecco la tabella delle cause di mortalità nella popolazione tecnicizzata degli Stati Uniti d'America, in decessi all'anno, su una popolazione di 220 milioni di abitanti:

1 FUMO

150.000

16 SPEGNIMENTO DI INcENDI

195

2 BEVANDE ALcOLIcHE

100.000  

17 SERVIZIO DI POLIZIA

160

3 MOTOVEIcOLI

50.000

18 cONTRAccETTIVI

150

4 ARMI DA FUOcO

17.000

19 AVIAZIONE cOMMERcIALE

130

5 ENERGIA ELETTRIcA

14.000

20 ENERGIA NUcLEARE

100

6 MOTOcIcLI

3.000

21 ALPINISMO

30

7 NUOTO

3.000

22 MOTO FALcIATRIcI

24

8 INTERVENTI cHIRURGIcI

2.800

23 FOOTBALL ScOLASTIcO

24

9 RADIODIAGNOSTIcA

2.300

24 ScI

18

10 FERROVIE

1.950

25 VAccINAZIONI

10

11 AVIAZIONE

1.300

26 cOLORANTI PER ALIMENTI

-

12 GRANDI cOSTRUZIONI

1.000

27 cONSERVANTI PER ALIMENTI

-

13 BIcIcLETTE

1.000

28 PESTIcIDI

-

14 cAccIA

800

29 ANTIBIOTIcI

-

15 ELETTRODOMESTIcI

200

30 BOMBOLETTE SPRAY

-

 

     Queste statistiche vengono effettuate abbastanza facilmente e sono molto utili, perché‚ ci servono a capire la grande diversità fra ciò che noi riteniamo pericoloso e ciò che lo è veramente. Occorrerebbe però redire anche delle statistiche sulle sofferenze ed il peggioramento della qualità della vita provocati dalle varie cause.

     Ma ecco una fonte di malattie solitamente travisata o ignorata. Finora ci siamo occupati dei disagi o anche benefici del mutare degli ambienti, ma il nostro corpo è controllato da due sistemi nervosi: Uno il primo che l'evoluzione ha sviluppato è il vago o sistema vagale Il secondo e più elaborato è il cervello con tutte le sue terminazioni motorie verso la periferia e sensitive dalla periferia al cervello costituiscono il sistema nervoso simpatico cioé reattivo. Il vago si occupa autonomamente di gestire le funzioni interne non volontarie. Il sistema nervoso vagale lo possiamo considerare un lavoratore serio e quasi instancabile,  ogni tanto viene stimolato ad affrettarsi dal suo collega centrale, ma si altera solo se viene stimolato troppo, purtroppo quando viene affaticato oltre il normale perde la calma e dà ordini strani agli organi da lui diretti, con la conseguenza di sconvolgere le normali funzioni corporee e di causare malattie.

                        L'ambiente esterno se è artificiale, è stato costruito dalla collaborazione di cervelli, è fatto su misura per i cervelli, è vario, è ricco di stimoli e qualche volta gli stimoli sono  persino eccessivi. Il cervello  può quindi tentare di adattarsi aumentando il ritmo, ma inevitabilmente lo fa aumentare anche al suo collega vagale con le conseguenze descritte più sopra.

     Ecco perché‚ fantastichiamo così spesso di tornare alla natura, perché‚ gli stimoli che riceviamo dalla natura assomigliano quasi agli stimoli che noi gradiamo. Ovviamente se capitiamo in un ambiente ancora allo stato naturale non perderemo tempo a modificarlo, a renderlo più civilizzato ed a stancarcene di conseguenza.

     L'ulcera rappresenta la malattia più tipica dello scollamento fra il nostro organismo e gli ambienti artificiali eccessivamente ricchi di sensazioni. Ed a questo scollamento possiamo imputare moltissime malattie, che normalmente vengono chiamate psicosomatiche. Vale a dire che si constata l'influenza negativa dell'ambiente su chi ne è colpito, ma invece che eliminare le cause originarie, si colpevolizza chi ne soffre, e la cura consiste nell'instupidire l'ammalato con psicofarmaci così non si lamenta più.

     Disponiamo di una ricchissima varietà di farmaci (psicofarmaci), ma niente supera l'efficacia del vivere in ambienti a misura d'uomo e non a misura del denaro, della bellezza, del potere, della carriera, delle divinità di qualsiasi colore o onnipotenza.


 


Malattie di origine somatica

 

     Queste malattie si dividono in genetiche e congenite. Le malattie genetiche sono quelle che si ricevono ereditariamente con il corredo cromosomico, e che quindi facevano parte della storia famigliare di almeno uno dei due genitori. Le malattie congenite sono causate da inconvenienti avvenuti durante la gestazione o il parto.

     La misura più efficace contro le malattie ereditarie è senz'altro la prevenzione, agendo sui meccanismi della trasmissione molte delle malattie ereditarie possono essere debellate. Si sono fatti molti studi per intervenire, ma il maggior ostacolo è costituito dall'ignoranza e dalle superstizione anche di origine religiosa. Sembra sia necessario provvedere alle necessita materiali dei futuri figli, ma che sia peccaminoso o contro i voleri divini provvedere che nascano senza tare e senza problemi da scontare con l'emarginazione e sofferenze fisiche. chiunque abbia in famiglia un caso di anemia mediterranea o di distrofia muscolare dovrebbe fare almeno un esame del sangue per vedere se è un possibile trasmettitore, ma gli sforzi delle associazioni di categoria per sensibilizzare a queste procedure danno sempre dei risultati scarsi.

     Anche la possibilità di diagnosticare gravi malformazioni durante la gravidanza per interromperla nei casi positivi, incontra moltissimi ostacoli di origine religiosa o superstiziosa. I problemi della madre sono sempre comprensibili, chi conosca i profondi mutamenti nell'atteggiamento provocati dalla maternità capisce senz'altro quale dramma sia l'aborto per una donna, specie se intelligente e sensibile. Non capisco assolutamente i motivi di tipo religioso. Handicap significa limiti, sofferenze, solitudine, emarginazione, e nessuno può arrogarsi il diritto di prevedere, che un individuo sarà lieto di accettarli in nome di una religione, che non ha ne la possibilità di scegliere ne di ignorare in quanto debole.

     Si sente sempre parlare a sproposito di malati contenti di esserlo, per avere l’opportunità di offrire le proprie sofferenze per una qualche causa. Quando esistono, sono dei poveretti istruiti a vaneggiare, per illudere altri in modo non dissimile dagli uccelli da richiamo, che venivano accecati per cantare di più.

     Nei miei innumerevoli ricoveri ospedalieri in reparti per cronici ho sempre sentito lamentarsi o imprecare contro i propri problemi fisici, ed io stesso gravemente colpito vorrei non essere mai nato. Io sono stato abortito dopo la nascita, sono stato selezionato, deriso, sfruttato, incompreso, trascurato, offeso, denigrato...... ma amato mai. Meglio un problematico aborto prima, che una vita da aborto continuo dopo.


 


Malattie genetiche

 

     Possiamo dividere le malattie ereditarie in quattro categorie:

Dominanti; Recessive; Diaginiche; Mitocondriali

     Le malattie ereditarie dominanti vengono trasmesse direttamente ed è sufficiente che un solo genitore ne sia portatore per trasmetterle a metà dei discendenti. Per evitarle è meglio non concepire o prepararsi ad un aborto, per quelle malattie diagnosticabili in gravidanza. Se non si prendono precauzioni significa compiere volontariamente un atto criminale.

     Le malattie ereditarie recessive vengono trasmesse solo se tutti e due i genitori sono portatori, si ammalerà un quarto dei figli, un quarto dei figli sarà sano e non trasmetterà la malattia, ed il cinquanta per cento saranno portatori sani. Ricordate che sono dati statistici e non è assolutamente possibile prevedere in anticipo se quel figlio sarà colpito o no. In ogni modo la prevenzione è più facile poiché basta evitare la procreazione fra individui portatori, che però non avranno restrizioni a procreare con altri individui non portatori salvo quella di trasmettere alla metà dei figli un gene alterato..

     Le malattie ereditarie diaginiche derivano dall'alterazione del cromosoma sessuale X di cui i maschi ne hanno uno solo e le femmine due, quindi se il cromosoma X è difettoso il maschio risulterà colpito ma la femmina disporrà del secondo e manifesterà quindi poco o per niente la malattia, anche se la trasmetterà senz'altro alla metà dei discendenti. Le malattie diaginiche sono le più difficili da estirpare, poiché non colpiscono la madre che le trasmette e quindi la necessità della prevenzione non viene intuita, del resto la prevenzione stessa è dura da accettare perché‚ la scelta di non procreare è dura per ogni donna.

       Le terapie per le malattie ereditarie sono possibili solo in pochi casi, ed in ogni modo sono da proseguire a vita, non permettono quasi mai una vita di durata normale e mai una vita normale. Si deve intervenire con ausili fisici o farmaci sostitutivi delle funzioni corporee deficienti. Si sono condotti degli esperimenti per la correzione dei difetti genetici intervenendo sul corredo cromosomico, ma non si sono mai avuti finora risultati positivi ne sugli animali ne tantomeno su persone, è meglio quindi non contare su interventi correttivi altrui, ed evitare sempre e con ogni mezzo di far nascere persone con problemi più grandi di loro fino dalla nascita.


 

 


Malattie mitocondriali

      Le malattie mitocondriali derivano da alterazioni del DNA mitocondriale o da alterazioni della compatibilità fra le funzioni del DNA mitocondriale e il DNA del nucleo delle cellule. La trasmissione avviene esclusivamente in linea femminile e la madre può non essere colpita, la probabilità aumenta con l'età materna, e la manifestazione può avere caratteristiche precise e identiche da malato a malato per alcuni tipi di danno del mtDNA, o manifestarsi in forme con ampi gradi di gravità e di organi colpiti. La malattia mitocondriale può apparire per alterazione dei mitocondri dell'uovo da cui si sviluppa l'embrione o anche durante la gestazione. In Italia non disponiamo di un bagaglio di conoscenze mediche diffuse ed avviene quasi sempre che i colpiti vengano vessati con diagnosi errate e terapie errate. Sempre comunque anche dopo un difficile arrivo a diagnosi vengono abbandonati a se stessi. 


 


Malattie congenite

 

     Alcune malattie sono genetiche ma non sono state trasmesse dai genitori. Durante la fecondazione dell'uovo possono accadere degli inconvenienti come per esempio uno squilibrio nella divisione dei cromosomi o ancora prima una difettosa costituzione dell'uovo o dello spermatozoo, normalmente tutti questi avvenimenti anomali impediscono il proseguire della gravidanza, quindi non terminano con formare un bambino difettoso, ma se la gravidanza può proseguire si avranno delle malattie cromosomiche non ereditate e quindi congenite. contro queste eventualità che colpiscono una nascita ogni 500 circa non si conoscono misure efficaci, si sa che l’età matura dei genitori ed in special modo della madre aumenta moltissimo il rischio, ma altro non si può fare.

     La maggior parte delle malattie congenite sono però imputabili ad anomalie durante la gravidanza, come malattie della madre intossicazioni volontarie o no, carenze nell'alimentazione, traumi della madre o del neonato prima e durante il parto.

     Proprio la quantità di queste malattie ha concentrato sul periodo della gestazione e perinatale una grande quantità di cure, col risultato di eliminare moltissime malattie congenite, o di attenuarne gli effetti. Ora la gestazione e la nascita non presentano neanche lontanamente i rischi di una volta, e grazie a queste cure anche la mortalità infantile è diminuita moltissimo.

     Una malattia congenita che colpisce da sola un bambino ogni 700 nascite è attualmente la sindrome di Down o mongolismo, ora però si è constatato che le cure parentali continue e preparate possono portare il bambino Down a dei livelli di autosufficienza mai sospettati, diminuendo almeno un poco le ansie dei genitori per il futuro dei loro figli.

 


 


Insonnia

 

                Perché dormiamo? e cosa ci fa dormire almeno una volta nelle 24 ore?...... Queste domande hanno turbato il sonno di molti pensatori e di molti ricercatori e lo continuano a fare.

            Si sono cercati a lungo gli umori ed ancora si cercano le sostanze che l’organismo dovrebbe produrre e per il quale accumulo verrebbe abbandonato lo stato di veglia o di vita per una sorte di abbandono letargico allo scopo di smaltirle.

 

 

continua......

 

 

 


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