Metti a fuoco: La cura
degli occhi
La cura degli occhi nelle
malattie neuromuscolari
di Margaret Wahl
Quando
le persone pensano alle malattie neuromuscolari,
i problemi degli occhi solitamente non lo sono la
prima cosa che viene loro in mente. Questo avviene,
perché la maggior parte dei problemi degli occhi
nelle malattie neuromuscolari non sono,
fortunatamente, troppo gravi, e sono trattabili con
la terapia per il sottostante disturbo, o
correggibili con speciali lenti o chirurgia. Ma in
alcune malattie, i problemi possono persistere, ed
essi vanno dalla scocciatura ai maggiori impedimenti
per la qualità della vita.
Non tanto sorprendentemente,
debolezza dei muscoli che controllano the globuli
oculari o di quelli che aprono e chiudono gli occhi
è probabilmente il più comune problema degli occhi
viste in un clinica della MDA.
Questa debolezza può essere
originata dal deterioramento dei muscoli stessi,
come nelle distrofie muscolari e in altre malattie
muscolari; da anormalità in parti della cervello che
hanno a che fare con gli occhi e con i muscoli degli
occhi, come, per esempio, in alcune malattie
mitocondriali; o da un problema nella comunicazione
fra i nervi ed i muscoli, come è il caso di vari
tipi di miastenia. I risultati in tutti tre tipi di
debolezza può essere simile, ma dipende, certamente,
nel particolare dai muscoli coinvolti.
Palpebre ricadenti:
La chirurgia è facile
'Quando qualcuno sa come fare a farla'
Salvare la vista in
un bambino con la miastenia
Brittany Duncan è come una forza
della natura di 10 anni a Linden
nel Texas, una città di circa
3.000 persone vicino al confine
dell'Arkansas. Ma Brittany ha
avuto problemi non frequente
nella sua fascia di età.
"E'
stato difficile per me
all'inizio", dice Brittany,
"perché non capivo. Io non
sapevo cosa stava avvenendo fino
a che mia madre non parlò con i
dottori e loro non ci
spiegassero."
"Essa" è qualcosa Brittany
talvolta si riferisce al
"mostro" -- della sua miastenia.
Quale sia il tipo di miastenia
-- che significa debolezza
dovuta ad un difetto nella
trasmissione dei segnali dai
nervi ai muscoli -- non è chiaro
nel caso di Brittany. Può
trattarsi del tipo
autoimmunitario, solitamente
chiamata miastenia grave, o può
trattarsi del tipo genetico,
spesso chiamata sindrome
miastenica congenita.
La
madre di Brittany, Jo Anna, una
insegnante di biologia alle
superiori, pensò che c'era
qualcosa di sbagliato quando
notò che sua figlia di 4 mesi
teneva gli occhi chiusi tutte le
volte che era stanca o aveva la
febbre.
Tutti i viaggi della famiglia
dai dottori e persino da un
oculista non portarono a nessuna
risposta nell'immediato, ma a
circa un anno, un oftalmologo
all'Arkansas I Children's
Hospital in Little Rock
diagnosticò a Brittany la
malattia con l'esame Tensilon.
Quando gli somministrò il
farmaco, il quale aumenta
momentaneamente il quantitativo
del mediatore chimico nervoso
acetilcolina che raggiunge le
cellule muscolari,
"immediatamente i suoi occhi si
aprirono come una rosa che
sboccia", dice Duncan.
Per
alcuni anni, la condizione di
Brittany si stabilizzò con il
Mestinone (piridostigmina), un
farmaco che lavora come Tensilon
ma con una azione molto più
lunga. Con il tempo migliorò,
sebbene, la miastenia divenisse
più grave e coinvolgesse più
muscoli. I Duncans portarono
Brittany alla clinica della MDA
in Shreveport, La., dove essi
ricevettero maggiori consigli e
sostegno per la miastenia
generalizzata, ma loro rimasero
con il loro oftalmologo di
Little Rock per i problemi agli
occhi di Brittany.
All'età di 4 anni, notarono che
la sua vista si era deteriorata
e che i muscoli che controllano
i bulbi oculari non si stavano
comportando appropriatamente.
Brittany era ad alto rischio per
ambliopia (vedi "Altri
problemi della vista").
"Facemmo loro capire che era
necessario intervenire
chirurgicamente", ricorda
Duncan, "perché gli occhi si
erano chiusi così tanto che le
avevano provocato l'erraticità
dei bulbi oculari. Era come se
il suo cervello stesse provando
vari modi per superare
l'abbassamento delle palpebre.
"I
ero terrorizzata [riguardo la
chirurgia], perché mi era sempre
stato detto che i pazienti
miastenici non avrebbero mai
ricevere l'anestesia. Fu un
periodo spaventoso per noi, ma
l'oftalmologo disse, 'Vorrei
solo che lei fosse in grado di
vedere meglio e perché i suoi
occhi si vedano meglio. Lei è
troppo bella per avere glio
occhi così chiusi'.
Con
una buona pianificazione e la
consapevolezza della miastenia
di Brittany da parte della
squadra di chirurghi,
l'operazione andò bene.
Comunque, circa un anno più
tardi, l'altro occhio iniziò a
"vagare verso l'alto" ricorda
Duncan.
Anche il secondo intervento
chirurgico ebbe successo. "Le
dissi che aveva un buon
mese per recuperare e ritornare
ad essere nuovamente attiva",
dice Duncan. "Ma lei ce la fece.
E la sua vista molto migliore
ora."
Brittany ha gli occhiali per
migliorare ulteriormente la sua
vista, e recentemente è passata
alle lenti a contatto, che lei
preferisce. |
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Un muscolo che viene spesso colpito
ha a lungo nome con un semplice significato. E'
chiamato levator palpebrae superioris, che
letteralmente significa "elevatore delle palpebre
superiori," e questo è proprio quello che esso
normalmente fa.
Gli elevatori deboli sono comuni in
alcune malattie neuromuscolari, particolarmente
nella distrofia muscolare miotonica (MMD), nella
miastenia grave (MG), nella sindrome miastenica
congenita, nelle malattie mitocondriali e, più
rilevantemente, nella distrofia muscolare
oculofaringea. Nella OPMD, come dice il suo nome, la
debolezza dei muscoli oculari è una caratteristica
definente.
Quando gli elevatori sono deboli,
spiega l'oftalmologo Francois Codere, una condizione
conosciuta come ptosi, ne derivano delle palpebre
ricadenti o la chiusura degli occhi.
Codere, che pratica oftalmologia e
chirurgia oculare al Royal Victoria Hospital in
Montreal, è specializzato nella chirurgia per
correggere l'abbassamento delle palpebre. Lui vede
frequentemente il problema a Montreal, Quebec, nel
cuore del Canada francese. Quebec ha the la più alta
incidenza di OPMD nel mondo.
Negli ultimi anni, una miglior
comprensione del decorso della OPMD grazie alla
genetica e ad altre scoperte ha permesso anche alla
stessa chirurgia una migliore pianificazione
riguardo la natura ed i tempi dell'intervento
chirurgico per un paziente, dice Codere.
Un modo per "rinforzare" il muscolo
elevatore è quello di accorciarlo e di ritirarlo su
se stesso. Conosciuta come resezione dell'elevatore,
questa procedura viene spesso fatta quando gli
elevatori sono deboli ma in una condizione stabile,
non progressiva. "Se l'elevatore è forte abbastanza,
a noi è sufficiente accorciarlo, proprio come tu
accorceresti un elastico allentato, tagliandone via
un pezzetto e riattaccandolo alle palpebre", dice
Codere. (In realtà l'intervento chirurgico non
rinforza il muscolo, ma piuttosto lo rimette
nuovamente nello stato di tensione.)
Ma nella maggior parte delle
persone con la OPMD, particolarmente per coloro il
cui decorso si prevede progredisca rapidamente, una
cosa più facile da fare ora, dice, è probabile che i
risultati siano insoddisfacenti.
"Poiché in questo disturbo sono i
muscoli stessi ad essere malati, e questo è un
disturbo progressivo, sfortunatamente l'operazione
spesso da solamente un temporaneo sollievo dei
sintomi", dice Codere. "Essa risolleva le palpebre,
ma c'è una tendenza che esse si riabbassino
nuovamente nei successivi da cinque a 15 anni."
Una piccolo muscolo
chiamato elevatore palpebrae
superioris
apre gli occhi, mentre il muscolo
circolare orbicularis oculi
li richiude. Quando l'elevatore è
debole, il muscolo frontalis può
talvolta essere usato per tenere gli
occhi aperti.
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Per questa ragione, Codere
preferisce una differente operazione, chiamata
sospensione frontalis perché fa in modo che si usi
il grande muscolo frontalis nella fronte, il quale
nella OPMD mantiene la sua forza.
Dice Codere, "La strategia è quella
di usare il movimento delle sopraciglia e
trasmetterlo all'orlo delle palpebre. Cio che noi
facciamo è il trasmettere un tipo di sospensione fra
the sopraciglia e le palpebre, così che quando il
paziente alza le sopraciglia, l'orlo delle palpebre
si solleva."
Guy Rouleau, un neurologo e neuro
scienziato finanziato dalla MDA al Montreal General
Hospital e un collega di Codere, dice che tale
chirurgia può essere "molto, molto efficace" e
solitamente dura per molti anni. "Nella mia
esperienza, alle persone va assolutamente bene",
dice, ma nota che si trova in un posto dove la OPMD
è ben compresa e facilmente riconosciuta.
Talvolta si manifestano dei
problemi nella chirurgia della ptosi quando è
intrapresa da un chirurgo plastico senza molta
esperienza nella procedura, dice Rouleau. Lui
raccomanda di trovare qualcuno che sia specializzato
in questo tipo di chirurgia, come un chirurgo
oculoplastico (la specialtà diCodere). "Quì da noi,
vediamo una grande quantità di queste pazienti, e la
cosa agli occhi è un problema triviale, facilmente
correggibile. Certo, è facile quando qualcuno sa
come fare a farla."
Un bambino si confronta con la
riduzione della vista e la malattia
mitocondriale
Carl Mason aveva 18 mesi quando
sua madre, Terri, iniziò a
notare che i suoi occhi vagavano
sempre ondeggiando di quà e di
là, un sintomo conosciuto come
nistagmo.
"Era
peggio in alcuni posizioni che
altre, ma si notava proprio
tanto sempre", ricorda Mason.
"Siamo andati dall'oftalmologo,
il quale fece un completo esame
degli occhi e pensò che potesse
trattarsi di un tumore al
cervello. Noi escludemmo il
tumore al cervello con una
scansioni MRI, e ci hanno detto
di tornare ogni paio di mesi nel
frattempo."
In
una di queste visite, agli occhi
il dottore notò qualcosa
d'altro: Il nervo ottico in
ambedue gli occhi di Carl si
stava riducendo di diametro
(atrofizzando), e la sua
capacità visiva si stava
riducendo.
"I
nervi continuarono ad
atrofizzarsi per circa un anno,
dopo il quale si fermarono. Da
allora in poi la sua vista è
rimasta stabile," dice Mason,
"ma è circa 20/250 [significa
che lui deve essere 20 piedi o
più vicino per vedere qualcosa
che la maggior parte delle
persone potrebbero vedere dalla
distanza di 250 piedi], e questo
non può venire corretto."
Successivamente la diagnosi di
Carl divennero chiara. Lui ha la
sindrome di Leigh, un disturbo
muscolare mitocondriale che può
colpire il sistema visivo.
Carl
ora ha 8 anni, e sebbene la sua
malattia continua
richiedere il suo pedaggio su
molte delle sue funzioni, sembra
anche che stia mostrando segni
di miglioramento.
"All'inizio della perdita della
vista da parte di Carl, la sua
misura della vista era molto
inferiore rispetto a quanto lo
sia ora perché lui non
sapeva come usare quello che
aveva", dice Mason. Lei
attribuisce molto di quella
conoscenza all'aiuto alla vista
agli insegnanti, specialisti
certificati che hanno aiutato
Carl attraverso il sistema
scolastico pubblico a Portland,
Ore., dove lui ora è in una aula
per l'istruzione speciale nel
secondo grado.
Gli
insegnanti per la vista, spiega
Mason, insegnano al bambino ad
usare la vista che ha piuttosto
che focalizzarsi su viste
inadeguate. Essi insegnano
l'orientamento e la mobilità --
"come andare dal punto A al
punto B", dice Mason -- e
aiutano il bambino a diventare
il più indipendente possibile.
Essi osservano in aula il
materiale per vedere quali sia
necessario modificare, e si
assicurano che un bambino abbia
la tastiera del computer ed il
monitor giusti.
"Dapprima noi abbiamo iniziato
con una tendenza era quella di
proteggerlo", dice Mason. "Ma
non si può esagerare, come
facevo io per lungo tempo. Si
può proteggerlo dai colpi
evitando che cada. Ma essi sono
realmente molto più resilienti
di quanto si pensa che essi
siano. Puoi aspettare più di
quanto pensi prima di
intervenire per aiutarli."
Carl
sta facendo meglio di quanto ci
si aspettava per qualcuno con la
sua diagnosi, dice dice. Stà
diventando più debole, ma può
ancora camminare, e lei è
dell'opinione il suo esames IQ
mostrerà il suo miglioramento di
quest'anno.
"Carl ha un incredibile senso
dell'orientamento," dice lei.
"Tutte le volte che noi andiamo
nell'ambulatorio di dottore,
invariabilmente io mi perdo nel
labirinto di corridoi. E lui mi
porta fuori ogni volta." |
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La chirurgia, comunque, non è per
chiunque. Qualche volta la condizione di un paziente
non si adatta all'intervento chirurgico, e molte
volte la debolezza negli elevatori progredisce
rapidamente o è fluttuante.
In alcuni situazioni, come nelle
malattie miasteniche (nella sindrome miastenica
congenita, la quale è genetica; o nella miastenia
grave autoimmunitaria, la quale deriva dal fatto che
il sistema immunitario attacca le cellule
muscolari), la soluzione è quella di trattare il
paziente con i farmaci nella speranza che il
problema degli occhi si risolva. E solitamente
avviene.
Nel frattempo, si possono adottare
delle soluzioni temporanee, come degli occhiali con
le "stampelle per la ptosi". Queste sostengono le
palpebre per leggere, guidare o guardare la
televisione. Essi non dovrebbero essere usati per
troppo tempo alla volta, perché essi possono portare
a secchezza degli occhi, ma per alcune situazioni e
per alcuni pazienti loro funzionano bene.
Certamente, alcune persone si
adattano a soluzioni più semplici.
Degli occhiali con delle
stampelle per la ptosi possono aiutare a
compensate la debolezza dei muscoli
elevatori se essi non vengono usati per
periodi prolungati. |
"Ho avuto il più vecchio paziente
miastenico, un uomo nei suoi anni 70a che ha finito
con l'usare del nastro adesivo per tenere aperte la
sue palpebre," dice il neurologo David Chad,
che dirige la clinica della MDA all'University of
Massachusetts Memorial Health Care in Worcester.
"Questa è la stampella che mi è più familiare. Il
solo inconveniente è che se si tengono gli occhi
aperti, ne possono derivare delle abrasioni cornee
[dei graffi nella cornea, la copertura dei bulbi
oculari]. Ma molti oftalmologi esitano ad
intervenire chirurgicamente in questo disturbo per
il suo decorso fluttuante."
Nei bambini, delle palpebre
gravemente ricadenti possono colpire lo sviluppo del
sistema visivo ancora immaturo. il cervello
necessita del normale apporto visivo di un occhio
aperto al fine di di sviluppare tutte le corrette
connessioni fra gli occhi ed il cervello (vedi "Occhi
svogliati"). Per questa ragione, è cruciale di
fare tutto il possibile per trattare a palpebre
ricadenti in un bambino.
Quando gli occhi
non si chiudono: Per la secchezza della cornea la
prevenzione è meglio del trattamento
I muscoli che chiudono gli occhi
sono circolari (vedi l'illustrazione
di sopra) chiamati gli orbicularis oculi, in
latino significa "piccoli cerchi attorno agli
occhi."
La debolezza di questi muscoli non
avviene così frequentemente nella malattia
neuromuscolare come succede per la debolezza degli
elevatori delle palpebre, ma essa può essere un
problema, particolarmente nella distrofia muscolare
facioscapoloomerale. In questa forma di MD, che
coinvolge la debolezza di numerosi muscoli facciali,
la debolezza dei muscoli orbitali degli occhi può
impedire agli occhi di chiudersi completamente.
Questo può costituire un serio problema durante il
sonno, perché la cornea -- la quale copre la parte
anteriore dei bulbi oculari come il vetro che copre
un orologio -- rimane parzialmente esposta durante
tutta la notte, permettendo che essa si secchi o si
graffi.
L'intervento chirurgico per
sollevare le palpebre superiori, se fatto
scorrettamente in modo che la palpebra rimanga
sollevata troppo in alto, è un'altra causa frequente
di difficoltà con la chiusura degli occhi.
I sintomi di una cornea secca sono
una granulosità o sensazioni di bruciore nel occhi,
come anche l'arrossamento o l'inumidimento degli
occhi.
Una chiusura incompleta degli occhi
può essere gestita indossando una maschera per gli
occhi durante il sonno e lubrificando gli occhi con
gocce o pomate durante il giorno e prima di dormire,
dice Codere.
A cornea secca può infettarsi --
una situazione "disastrosa", nota Codere, una cosa
che è meglio evitare che trattarla. In casi estremi,
il paziente può dovere indossare degli occhiali di
protezione che evitino alla lacrimazione degli occhi
di evaporare, almeno temporaneamente. Può essere
fattoun intervento chirurgico per sollevare le
palpebre inferiori, ma i risultati non sono sempre
soddisfacenti.
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